Iperinsulinismo

Applicando in modo standardizzato un gruppo di esami ematici specifici, comprendente la curva da carico glicemica e insulinemica, è stato possibile dimostrare che il 70% circa delle persone che soffrono di emicrania presentano una eccessiva secrezione di insulina, con livelli di glicemia che possono essere nella norma, alti o eccessivamente bassi dopo carico. Lo stesso test applicato in volontari sani e in persone affette in generale da altri tipi di cefalea è alterato in circa il 20% dei casi. Date queste percentuali si può affermare che l’iperinsulinismo e l’emicrania sono malattie co-morbide. Non è chiaro perché sia correlato all’emicrania, si sa però che la maggior parte dei recettori dell’insulina nel cervello sono localizzati del tronco cerebrale, sede da cui si ritiene scaturisca l’attacco di emicrania. Si sa inoltre che a livello cerebrale l’insulina funziona come un neurotrasmettitore, e non solo come regolatore dell’utilizzo degli zuccheri.


Negli ultimi anni questa malattia metabolica è diventata “di moda”, e oggi si sa che è la causa della SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO e della SINDROME METABOLICA, oltre che essere un fattore di rischio trombotico e tumorale del fegato.

Si ritiene sia un disordine auto-infiammatorio legato a un mal funzionamento del sistema immunitario-infiammatorio.

COME SI FA LA DIAGNOSI

La diagnosi si effettua praticando una curva da carico glicemica ed una curva insulinemica dopo carico, con prelievi contemporanei per glicemia e insulinemia basali e dopo 30’, 60’ e 120 minuti da carico di 75 gr di glucosio. Nel bambini di età inferiore a 14 anni il carico si calcola moltiplicando 1,75 per i kili di peso , non superando comunque la dose di 75 grammi.

Il glucosio si presenta sotto forma di una bevanda già preparata usualmente aromatizzata all’arancio o al limone. Queste bevande sono fornite dal laboratorio che effettua l’esame.

Non tutti i laboratori fanno questi test in modo routinario, per cui è sempre meglio contattare direttamente il laboratorio e verificare la loro fattibilità.

L’esecuzione del test prevede che la bevanda venga bevuta e finita entro 1 minuto di orologio (deve essere un carico) e che dopo averla bevuta si stia seduti, salvo alzarsi per ripetere il prelievo previsto.

Esistono dei valori internazionali di normalità per la glicemia definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come: glicemia basale compresa tra 65 e 100, dopo 30 e 60 minuti compresa tra 70 e 199, dopo 120 minuti compresa tra 70 e 139. Un altro parametri da valutare è l’andamento dei valori che deve avere un picco a 30’ per poi calare gradualmente in seguito e tornare a valori leggermente superiori al basale dopo 120’. Per la glicemia basale i valori normali si intendono proporzionali all’età, per cui ci si attende che un bambino abbia 70 di glicemia e una persona molto anziana possa avere fino a 100.

Per quanto riguarda l’insulinemia, gli unici parametri internazionali da letteratura, peraltro risalenti a tantissimi ani fa, era ce a digiuno non doveva superare 27. Per questo motivo, valutando il test nei normali, è stato possibile “normalizzare” i valori di riferimenti, per cui oggi si sa che: l’insulinemia basale deve essere compresa tra 2 e 8, e dopo carico in tutti e 3 i prelievi deve essere inferiore a 56.

COME SI CURA

La prima terapia dell’iperinsulnismo è la dieta. Essa deve prevedere l’eliminazione degli zuccheri rapidi e la riduzione e ridistribuzione degli zuccheri complessi (le farinose per intenderci) su pasti piccoli e frequenti nella giornata. Ogni pasto deve obbligatoriamente contenere proteine in quantità prevalenti rispetto all’eventuale farinosa che venga consumata su quel pasto, questo perché la presenza di proteine nello stomaco rallenta il transito del cibo (compresi i carboidrati) verso l’intestino e poi verso il sangue, garantendo un assorbimento lento e graduale degli zuccheri lenti assunti nel pasto. La frutta è l’unico zucchero rapido che viene mantenuto, ma va consumata in piccole quantità e solo dopo le proteine. Sul sito potete trovare un esempio di schema alimentare adatto per una donna di corporatura media (DIETA 60) e per un uomo di corporatura e altezza media; eventuali adeguamenti correlati a maggiore attività fisica o altezza possono essere calcolati da un dietista sulla base di un apporto di carboidrati del 45%. Come dolcificanti si possono utilizzare “a crudo” l’aspartame, oppure saccarina con ciclamato oppure la stevia rebaudiana; gli ultimi due si possono cuocere e quindi sono utilizabili per la preparazione di dolciumi casalinghi. La stevia è in corso di studio terapeutico come insulino-sensitizzante, ma si sconsiglia la sperimentazione autonoma in quanto la sua tossicità ad alta dose è ancora da valutare.

La terapia farmacologica va usata solo se si riscontrano valori di insulinemia molto alti o se la dieta ben seguita non riesce da sola a migliorare la malattia metabolica. In tal caso vengono impiegati i farmaci INSULINO-SENSITIZZANTI, che data la possibilità di effetti indesiderati devono essere prescritti dal medico.