Il materiale di questa pagina è tratto dal sito della S.I.S.C, la società italiana èer lo studio delle cefalee che ha curato la traduzione dall' inglese dei documenti dell'organizzazione mondiale della sanità.

http://www.sisc.it/ita/sisc-associazione-per-lo-st...

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Lifting The Burden: the Global Campaign to reduce the burden of headache

Lifting The Burden is

a collaboration between the World Headache Alliance, the International Headache Society, the European Headache Federation and the World Health Organization

Lifting The Burden recognizes

  • that headache disorders impose pain and disability on people throughout the world;
  • that appropriate health care alleviates these burdens; and
  • that these burdens persist worldwide because health systems that should provide this care fail to reach many who need it.

Lifting The Burden aims

  • to raise awareness of these burdens and the associated global public-health imperative; and
  • to devise and implement health-care solutions to these burdens worldwide.

Lifting The Burden believes

  • that, in a world of scarce resources and competing priorities, the basis of the health-care solution for headache in most parts of the world is education.

http://www.who.int/mental_health/neurology/headach...

Cefalea tensiva

Cos’è la cefalea di tipo tensivo?  

"Ho dei mal di testa che ogni volta durano molti giorni e mi sento come se portassi un cappello troppo stretto; più che un vero e proprio dolore è una sensazione di avere un cerchio intorno alla testa.. In realtà non mi impedisce di fare nulla,, ma arrivare alla fine della giornata è molto più duro."  

La cefalea di tipo tensivo è il tipo di cefalea più comune che quasi tutti ogni tanto sperimentano. Sebbene mai grave, può comunque rendere difficile condurre una vita completamente normale. In alcuni soggetti, diventa problematica al punto da richiedere un intervento medico, solitamente a causa di un aumento della frequenza degli attacchi.  

Chi soffre di cefalea di tipo tensivo? La maggioranza delle persone ne soffre di tanto in tanto, ma accade più frequentemente alle donne che agli uomini e può colpire anche i bambini.  

Quali sono i diversi tipi di cefalea di tipo tensivo? La cefalea di tipo tensivo episodica viene spesso definita come “normale” o “ordinaria”. Si manifesta sotto forma di attacchi (episodi) che hanno una durata variabile tra mezz’ora e molti giorni. La frequenza degli attacchi cambia notevolmente tra una persona e l’altra e anche nei singoli individui nel corso del tempo. In circa 3 persone su 100 la cefalea di tipo tensivo è presente nella maggior parte delle giornate. In questo caso si parla di cefalea di tipo tensivo cronica, che è una delle sindromi croniche di mal di testa a ricorrenza quotidiana (esiste un opuscolo che descrive questa forma, che Lei può eventualmente richiedere). In alcuni casi, la cefalea di tipo tensivo è costante nella vita del paziente, può diventare più sopportabile ma non scompare mai del tutto, ed è per questo motivo che può essere alquanto invalidante e causa di grande stress.  

Quali sono i sintomi della cefalea di tipo tensivo? Di solito, questo tipo di cefalea viene descritta come una sensazione di qualcosa che preme attorno alla testa, come una fascia o un cappello troppo stretto. Tende a comparire su entrambi i lati della testa e spesso di diffonde al collo o viceversa parte direttamente da questa parte del corpo. Il dolore è solitamente moderato o leggero, ma può anche essere abbastanza forte da impedire le attività quotidiane. In generale non si presentano altri sintomi, sebbene alcuni soggetti con cefalea tensiva mostrino una avversione per le luci forti o i rumori eccessivi e possano lamentare scarso appetito.  

Quali sono le cause della cefalea di tipo tensivo? La cefalea di tipo tensivo è generalmente considerata un tipo di cefalea che coinvolge o ha origine dai muscoli e dalle loro connessioni. Le sue cause appaiono molte e diverse, vi sono, tuttavia, alcuni fattori che sono più importanti degli altri:  Tensione emotiva: può essere ansia o stress. Tensione fisica nei muscoli del cranio o del collo che può essere causata da una postura sbagliata, ad esempio durante il lavoro al computer o nell’alzare un oggetto pesante nel modo scorretto.  

Cosa posso fare per aiutarmi? Rilassarsi. Fare una pausa, fare un massaggio o un bagno caldo, andare a fare una passeggiata o fare ginnastica per spezzare la normale routine, sono attività che possono essere di aiuto. Imparare a gestire lo stress. Se ha un lavoro stressante o deve affrontare una situazione stressante che non può essere evitata, cerchi di fare esercizi di rilassamento e respirazione per bloccare l’insorgere del mal di testa. Esistono molti video che possono guidarla in questo tipo di pratica. Fare regolarmente esercizio fisico. La cefalea di tipo tensivo è più comune nei soggetti che non fanno molto esercizio in confronto a quelli che fanno regolare attività fisica. Cerchi di camminare 

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quando possibile o salire le scale piuttosto che prendere l’ascensore, così che l’esercizio fisico diventi una routine.  

Curare la depressione. Se si sente spesso depresso, è importante che cerchi un supporto di tipo medico e che si curi adeguatamente.  

Tenere un diario. Le pagine di un diario possono aiutare a prendere nota di informazioni importanti sui mal di testa - la frequenza con cui compaiono, quando compaiono, quanto durano e quali sono i sintomi. Il diario è un valido strumento che aiuta il medico a formulare una diagnosi corretta, a identificare i fattori scatenanti e a valutare i risultati delle cure.  

Assumere antidolorifici all’occorrenza. I semplici antidolorifici quali aspirina o ibuprofene solitamente funzionano bene nella cefalea di tipo tensivo episodica. Il paracetamolo è invece meno efficace anche se rimane comunque utile in alcuni casi.  

…… ma non troppo spesso I farmaci utilizzati in questa forma di cefalea servono unicamente a curare i sintomi, cosa perfettamente accettabile, ma l’importante è non abusarne. Per gestire il mal di testa nel lungo periodo, è meglio cercare di curarne la causa. Seguire sempre con scrupolo le indicazioni allegate al farmaco. In particolare, non assumere antidolorifici troppo spesso in quanto possono causare un mal di testa ancora peggiore dovuto - appunto - all’abuso di farmaci: esso viene definito, infatti, cefalea da abuso di farmaci sulla quale è disponibile un opuscolo che Lei può eventualmente richiedere. Per evitare di incorrere in questa forma di mal di testa, non assumere mai farmaci per il mal di testa in maniera regolare per oltre due o tre giorni di seguito.  

Esistono altri tip di cure? Se Lei ha frequenti episodi di cefalea di tipo tensivo, o ancor più se ha una cefalea cronica, gli antidolorifici non sono la risposta adeguata, poiché nel corso del tempo non faranno che peggiorare la situazione. Viceversa, i cosiddetti farmaci preventivi sono una valida possibilità. A differenza degli analgesici, è importante che Lei assuma questi farmaci ogni giorno, poiché agiscono in un modo completamente diverso. Il loro scopo è di renderla meno vulnerabile al mal di testa e impedire che il mal di testa inizi. Il Suo medico può consigliarla sulla scelta del farmaco più appropriato attualmente in commercio e sui suoi possibili effetti collaterali. La maggior parte di questi farmaci è stata sviluppata per la cura di patologie completamente diverse dalla cefalea, pertanto non si sorprenda se Le viene proposto un farmaco indicato per il trattamento della depressione o dell’epilessia o come rilassante muscolare: questi non sono i motivi per le quali Lei lo sta assumendo. Questo tipo di farmaci funziona anche nella cefalea di tipo tensivo come in altre malattie che comportano l’insorgenza del dolore. Se Lei assume uno di questi farmaci, segua con scrupolo le indicazioni. La ricerca ha mostrato che un motivo molto frequente per cui questi farmaci non funzionano è che il paziente dimentica di assumerli. Poiché talvolta la postura gioca un ruolo importante nella cefalea di tipo tensivo a causa del coinvolgimento della muscolatura, il suo medico potrà suggerirle sedute di fisioterapia per il collo e la testa. In alcuni casi è untrattamento che può dare ottimi risultati. Altri approcci di tipo non farmacologico includono la TENS(stimolazione nervosa elettrica transcutanea) che è un trattamentocontro il dolore, terapie di rilassamento compreso biofeedback o yoga e agopuntura. Queste sono terapie adatte a tutti, anche se non funzionano su tutti i soggetti e non sono disponibili ovunque. In ogni caso il suo medico o la sua infermiera sapranno consigliarla al riguardo.  

Queste terapie funzioneranno? La causa del mal di testa viene identificata e curata, la cefalea di tipo tensivo episodica raramente continua a costituire un problema. Molto spesso migliora spontaneamente, o la causa scompare e non è necessario allora alcun ulteriore trattamento. Per alcune persone, specialmente se soffrono del tipo cronico di cefalea, questi trattamenti non sono di 

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aiuto o sono di aiuto comunque relativo. Se tutti questi tentativi di cura falliscono Lei potrà essere indirizzato ad un centro cefalee che impiega uno spettro di trattamenti più ampio.  

Devo sottopormi ad esami? Non esistono test che confermino la diagnosi di cefalea di tipo tensivo. La diagnosi si basa sulla descrizione dei mal di testa fatta dal paziente e sul fatto che durante la visita medica non emerge nulla di anormale. Faccia attenzione a descrivere con precisione tutti i suoi sintomi; dica anche al suomedico quanti antidolorifici assume o quali altri farmaci assume contro il mal di testa, e con quale frequenza. È improbabile che una risonanza magnetica del cervello sia di aiuto. Se il suo medico non è certo della diagnosi, potrà chiederle di sottoporsi a degli esami che servano ad escludere alcune possibili cause del mal di testa, ma è raro che ve ne sia bisogno. Se il suo medico non ritiene gli esami indispensabili, significa che non sono utili a prescriverle la cura migliore.     

Per ulteriori informazioni può visitare il sito internet www.w-h-a.org Traduzione italiana a cura di Fabio Antonaci e Cristina Tassorelli Iniziativa in collaborazione con Al.Ce. Sud (Puglia, Lucania, Calabria) Alleanza Cefalalgici - CIRNA Foundation 

Emicrania

Cos’è l' emicrania?  "L' emicrania mi fa stare veramente male, mi mette fuori combattimento per tutto il giorno e anche di più. Mi accorgo quando sta per arrivare, poi il dolore esplode e mi sento a pezzi e non desidero altro che mettermi a letto. Durante l' attacco ho la nausea, arrivo anche a rimettere e poi finalmente il dolore comincia a diminuire. Il giorno dopo sento ancora un dolore vago e sono esausto, ma per il resto sto bene..".  

L’emicrania è una vera e propria malattia. Gli attacchi si manifestano in alcuni soggetti una o due volte l’anno, mentre in altri casi si ripetono molte volte al mese. La principale caratteristica di questi attacchi è il dolore alla testa che può essere veramente forte. Altre caratteristiche comuni sono nausea o vomito e ipersensibilità alla luce e al rumore. Se il mal di testa è accompagnato da nausea, o fastidio per luce e rumori oppure difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane, è probabile che si tratti di emicrania.   

Qual è la causa dell’emicrania?  L’emicrania ha origine nel cervello: è un disturbo che, in particolare, riguarda alcune aree preposte ad elaborare la sensazione del dolore, nonché altri tipi di sensazioni. Con ogni probabilità Lei ha ereditato questo tipo di disturbo da uno o da entrambi i suoi genitori o da uno dei suoi nonni.   

Chi soffre di emicrania?  Ne soffre circa un adulto su sette, il che rende l’emicrania una malattia molto frequente;le donne hanno tre volte più possibilità degli uomini di esserne affette: compare spesso durante l’infanzia o l’adolescenza e nelle ragazze in particolare può iniziare con la pubertà. L’emicrania è un disturbo che si manifesta in diversi membri della stessa famiglia e come tale può essere ereditato.  

Quali sono i diversi tipi di emicrania?   Il più comune è l’emicrania senza aura (cosa sia l’aura viene descritto di seguito). Circa 3/4 della popolazione con emicrania presenta solo questo tipo; una persona su 10 ha l’emicrania con aura e il doppio dei soggetti soffre occasionalmente di entrambe le forme. Molto meno comuni, invece, sono gli attacchi di sola aura, in completa assenza di mal di testa. Questo tipo di emicrania tende a svilupparsi nei soggetti più anziani. Ve ne sono anche altri tipi, ma sono rari.  

Quali sono i sintomi dell’emicrania?  I sintomi compaiono durante l’attacco, che presenta quattro fasi, sebbene non tutte si manifestino ogni volta. Tra un attacco e l’altro, la maggior parte dei pazienti con emicrania sta perfettamente bene. La fase premonitoria giunge prima di ogni altro sintomo dell’attacco, anche se solo metà dei soggetti dice di averne consapevolezza. Se Lei fa parte di questi, nelle ore o anche per uno o due giorni prima che il mal di testa insorga, è probabile che si senta irritabile, depresso o stanco, sebbene accada anche che alcuni pazienti in questa fase si sentano insolitamente carichi di energia, altri manifestino desiderio per particolari cibi, altri “semplicemente sappiano” che l’attacco sta per presentarsi. L’aura, quando compare, costituisce quasi sempre la fase successiva a quella premonitoria. Solo un terzo dei soggetti con emicrania ha l’aura, che può anche non manifestarsi in concomitanza con tutti gli attacchi. L’aura è un segnale che proviene dal cervello il quale viene temporaneamente coinvolto (anche se non seriamente) dal processo dell’emicrania.  Dura di solito da 10 a 30 minuti, ma anche più a lungo, e coinvolge soprattutto la vista. Può capitare di vedere macchie scure, luci forti o scintillanti, oppure linee colorate a zigzag che si diffondono davanti agli occhi, di solito da un solo lato della testa. I sintomi sensoriali – invece – quali la sensazione di intorpidimento o formicolio – sono meno comuni e partono generalmente dalle dita di una mano diffondendosi poi al braccio e in seguito al viso o alla lingua sempre dalla medesima parte del corpo. I sintomi sensoriali sono quasi sempre accompagnati dai sintomi visivi. L’aura può portare con sé anche una difficoltà di parlare o di trovare la parola giusta. La fase di mal di testa è la più problematica per la maggior parte dei soggetti, avendo una durata compresa tra alcune ore fino a due o tre giorni. Il dolore dell’emicrania è spesso forte, di solito compare su un solo lato del corpo, ma può essere bilaterale e sebbene colpisca più frequentemente la fronte o la tempia, può essere avvertito su ogni parte della testa. È solitamente un dolore pulsante o battente, molto spesso aggravato dal movimento. È probabile che sia accompagnato da una sensazione di malessere (nausea) e vomito (il che sembra dare sollievo al mal di testa). Può anche succedere di avvertire fastidio per la lu-ce ed il rumore e di preferire restare soli al buio e in silenzio. Con l’attenuazione dei sintomi sopraggiunge lafase di risoluzione della cefalea: in questo stadio Lei potrà nuovamente sentirsi stanco, irritabile e depresso e avere difficoltà di concentrazione e può occorrere ancora un giorno perché si possa riprendere completamente.   

Qual è la mia “soglia dell’emicrania”?  L’emicrania è imprevedibile, gli attacchi possono arrivare in qualsiasi momento anche se alcuni pazienti ne sono più soggetti di altri. Più alta è la sua soglia dell’emicrania, minore è la sua probabilità di essere colpito da un attacco; più bassa è la soglia e maggiore è la suscettibilità agli attacchi. I cosiddetti fattori scatenanti giocano in tutto questo un ruolo importante e sono gli elementi che effettivamente innescano l’attacco (sebbene non si sia ancora compreso come ciò avvenga).  L’attacco ha maggiori probabilità di manifestarsi quando si ha una soglia dell’emicrania bassa; se la sua soglia è alta, è probabile che sia necessaria la compresenza di due o più fattori scatenanti perché la crisi abbia inizio. Diversi dai fattori scatenanti sono i fattori predisponenti: essi causano l’abbassamento della soglia e in tal modo l’azione dei fattori scatenanti viene facilitata. Stanchezza, ansia e stress in generale possono avere questo effetto, così come il ciclo mestruale, la gravidanza e la menopausa nelle donne.   

Si possono individuare i fattori scatenanti?  Ogni paziente vuole sapere cosa può provocare la sua emicrania. Questo è spesso difficile da capire e talvolta è addirittura impossibile perché i fattori scatenanti non sono gli stessi per ogni paziente e non sono neanche sempre i medesimi per la stessa persona. Molti di coloro che soffrono di emicrania, infatti, non sono in grado di identificarli in quanto possono essere numerosi e differenti.  Dieta: alcuni cibi (e l’alcool) ma solo in alcuni soggetti; più frequentemente saltare, rimandare i pasti o fare pasti inadeguati; anche smettere di assumere caffeina o la disidratazione possono causare un attacco di emicrania. Sonno: sia la mancanza sia il protrarsi del sonno. Cambiamenti nello stile di vita: esercizio fisico intenso o viaggi su lunghe distanze e/o cambiamenti di fuso orario. 

Fattori ambientali: luce intensa o tremolante, odori forti e marcati cambiamenti climatici.   

Fattori psicologici: stress emotivo, e, sorprendentemente, rilassamento dopo un periodo di stress.  

Fattori ormonali nelle donne: ciclo, uso di contraccettivi orali e terapia ormonale sostitutiva (HRT). Il fattore scatenante più comune è la fame oppure mangiare meno di quanto se ne avrebbe bisogno, cosa che accade in maniera particolare tra i giovani pazienti, i bambini che soffrono di emicrania, ad esempio, non dovrebbero saltare mai la colazione. Nelle donne, gli sbalzi ormonali collegati al ciclo mestruale rappresentano fattori scatenanti importanti. Questi, come altri, costituiscono una forma di stress e suggeriscono che i soggetti con emicrania non reagiscono positiva mente ai cambiamenti.  

Qual è la cura giusta per me?  I farmaci che curano gli attacchi di emicrania sono detti trattamenti acuti. Se sono quelli giusti possono essere molto efficaci, ma devono essere assunti nella maniera appropriata e senza eccessi. Includono analgesici da banco, la maggior parte dei quali contiene aspirina, ibuprofene o paracetamolo. Tra questi il paracetamolo risulta essere il meno efficace nella maggior parte dei casi. I medicinali in forma solubile o effervescente funzionano sempre meglio e più velocemente. Lei può anche assumere quei farmaci chiamati antiemetici se ha la nausea o pensa di dover rimettere. Alcuni antiemetici di fatto favoriscono l’azione degli analgesici facendo in modo che il corpo li assorba più rapidamente. Se la nausea o il vomito sono particolarmente forti, può assumere i farmaci anche sotto forma di supposta durante gli attacchi. Sicuramente il suo farmacista potrà consigliarla sul tipo più adatto. Nel caso in cui nessuna di queste medicine abbia effetto o Lei abbia bisogno di una dose più alta di quella raccomandata, il farmacista potrà suggerirle di rivolgersi direttamente al suo medico. Il suo medico potrà prescriverle una terapia specifica per l’emicrania. È consigliabile ricorrere a queste terapie quando antidolorifici ed antiemetici non hanno alcun effetto sui sintomi e non la riportano alla normalità in tempi ragionevolmente rapidi. Questi farmaci funzionano in maniera completamente diversa: non contrastano il dolore, ma piuttosto intervengono sui meccanismi del cervello che causano l’attacco. Tra di essi si trova l’ergotamima, ampiamente usata però solo in alcuni paesi, e un gruppo di farmaci più recenti chiamati triptani. Se il suo medico è favorevole, Lei può far uso di questi farmaci in combinazione con gli antidolorifici, gli antiemetici o con entrambi. È importante sottolineare che vi sono alcune semplici misure che rendono un farmaco più efficace.  Assumere i farmaci con tempestività… È fondamentale portarsi sempre dietro almeno una dose del farmaco indicato dal medico o dal farmacista. La assuma non appena sente che sta per sopraggiungere un attacco. Un farmaco assunto con prontezza ha una maggiore probabilità di efficacia. Durante un attacco di emicrania, infatti, lo stomaco non funziona al meglio, pertanto le compresse prese per bocca non vengono assorbite nel circolo sanguigno come accadrebbe normalmente. Inoltre, se possibile, mangi qualcosa o beva una bevanda dolce.  …ma non troppo spesso Seguire sempre con scrupolo le indicazioni allegate al farmaco. In particolare, non assuma antidolorifici per la fase acuta troppo spesso in quanto possono causare un mal di testa ancora peggiore che viene infatti definito  cefalea da uso eccessivo di farmaci e sul quale è disponibile un opuscolo che  Lei può eventualmente richiedere. Per evitare che ciò accada, non prenda mai le medicine contro il mal di testa in maniera regolare per oltre due o tre giorni la settimana. 

Cosa accade se queste cure non funzionano? Se ha attacchi forti e frequenti che non sono controllabili con il trattamento acuto, l’opzione è passare ai cosiddetti farmaci preventivi. A differenza di quanto accade con un trattamento acuto, Lei ovrà assumere questi farmaci ogni giorno poiché funzionano in un modo completamente diverso, impedendo che il meccanismo dell’emicrania si inneschi. In altre parole, si tratta di terapie che innalzano la sua soglia dell’emicrania. Il suo medico può darle un consiglio sulla scelta del medicinale per Lei più indicato e sui suoi possibili effetti collaterali. La maggior parte di questi farmaci è stata sviluppata per la cura di patologie completamente diverse dalla cefalea, pertanto non si sorprenda se le viene proposto un farmaco indicato per il trattamento della depressione o dell’epilessia o come rilassante muscolare: questi non  sono i motivi per i quali Lei lo sta assumendo, ma questi farmaci hanno un effetto anche sull’emicrania. Se Lei ne assume uno, segua con scrupolo le indicazioni. La ricerca ha mostrato che un motivo molto frequente per cui questi farmaci non funzionano è che il paziente dimentica di assumerli.  

Cos’altro posso fare per aiutarmi? L’esercizio regolare e una buona forma l’aiuteranno. Cercare di evitare fattori predisponenti e scatenanti è una cosa sensata, pertanto le sarà utile cercare di individuarli tutti, in modo tale da poterne evitare almeno alcuni perché ve ne saranno sicuramente altri difficili o addirittura impossibili da tenere sotto controllo.  

Tenere un diario Le pagine di un diario possono aiutare a prendere nota di informazioni importanti sui mal di testa - la frequenza con cui compaiono, quando compaiono, quanto durano e quali sono i sintomi. Il diario è un valido strumento che aiuta il medico a formulare una diagnosi corretta a identificare i fattori scatenanti e a valutare i risultati delle cure.  

Cosa accade se rimango incinta? È importante che si rivolga al suo medico: alcuni farmaci contro l’emicrania, infatti, sono controindicati in gravidanza.  

Devo sottopormi ad esami? Nella maggioranza dei casi l’emicrania è faci le da riconoscere; non esistono esami che confermano la diagnosi che si basa piuttosto sulla descrizione del mal di testa data dal paziente e sul fatto che durante la visita non risulta nulla di anormale. È improbabile che una risonanza magnetica del cervello sia di aiuto. Se il suo medico non è certo della diagnosi, potrà chiederle di sottoporsi a degli esami che servano ad escludere alcune possibili cause del mal di testa, ma è raro che ve ne sia bisogno.  

È possibile che la mia emicrania migliori? Sfortunatamente non esiste una cura per l’emicrania: è importante sottolineare, però, che nella maggior parte dei casi gli attacchi diventano meno frequenti in età più avanzata. Nel frattempo, seguire con il massimo scrupolo le indicazioni contenute in questo opuscolo può trasformare una situazione fuori controllo in una situazione gestibile.   

Per  ulteriori  informazioni può visitare il sito internet www.w-h-a.org  Traduzione italiana a cura di Fabio Antonaci e Cristina Tassorelli Iniziativa in collaborazione con Al.Ce. Sud (Puglia, Lucania, Calabria) Alleanza Cefalalgici - CIRNA Foundation 

Cefalea a grappolo

Cos’è la cefalea a grappolo?   

"Mi svegliano nel pieno della notte, un paio d' ore dopo che sono andato a dormire, esplodono in pochi secondi e il dolore è tremendo sempre nell' occhio destro, come se avessi un attizzatoio arroventato infilato dentro. Non ho pace, devo fare qualcosa per non pensare al dolore. A volte cammino su e giù per la stanza con la testa tra le mani, o mi siedo su  una sedia a dondolo e mi cullo così".   

La cefalea a  grappolo è il nome dato ad attacchi di breve durata di dolore molto intenso che compare da un lato della testa, solitamente dentro o intorno all’occhio. Fanno la loro comparsa senza preavviso, una o più volte al giorno, generalmente nello stesso momento del giorno o durante la notte. Molto spesso, il primo attacco causa il risveglio più o meno circa un’ora dopo che ci si è addormentati. La cefalea a grappolo viene talvolta indicata come un tipo di emicrania, ma non è così, è una forma di cefalea ben distinta e richiede un trattamento diverso dall’emicrania.  

Chi soffre di cefalea a grappolo?  La cefalea a grappolo non è un disturbo comune. Colpisce fino a 3 persone su 1000. Gli uomini ne sono soggetti cinque volte più delle donne, cosa piuttosto insolita nell‘ambito delle cefalee. Il primo attacco colpisce in genere tra i 20 ed i 40 anni, ma la cefalea a grap- polo può comparire a qualsiasi età. Quali sono i diversi tipi di cefalea a grappolo? La cefalea a grappolo episodica è la forma più diffusa. Questo tipo di cefalea colpisce quotidianamente per limitati periodi di tempo (grappoli) e poi scompare (remissione), una caratteristica che dà origine all’utilizzo del termine “grappolo”. Solitamente questi periodi durano da sei a dodici settimane, ma possono terminare dopo due settimane o continuare finanche a sei mesi. Tendono a manifestarsi nello stesso periodo di ogni anno, spesso in primavera ed autunno, ma alcuni soggetti hanno due o tre episodi l’anno e altri riferiscono intervalli di due e più anni tra un episodio e l’altro. Tra gli episodi, i soggetti con cefalea a grappolo non presentano sintomi di al- cun tipo. La cefalea a grappolo di tipo cronico, che corrisponde ad un caso su dieci di cefalea a grappolo, non ha pause. Gli attacchi si ripresentano ogni giorno o quasi, anno dopo anno senza interruzione. La forma episodica può trasformarsi in forma cronica e viceversa.  

Quali sono i sintomi della cefalea a grappolo?  Vi è un insieme di sintomi altamente riconoscibile. La cosa più importante è che la cefalea a grappolo è tremendamente dolorosa. Il dolore compare solo da un lato e sempre lo stesso (sebbene nella forma episodica possa cambiare lato da un episodio all’altro), dentro, intorno o dietro l’occhio e viene descritto come un dolore bruciante, tagliente o penetrante. Peggiora molto rapidamente, raggiungendo il culmine in 5-10 minuti e se non trattato dura tra 15 minuti e 3 ore (più frequentemente tra 30 e 60 minuti). In netto contrasto con l’emicrania, durante la quale la maggior parte dei soggetti desidera stare distesa e rima- nere il più possibile in silenzio, la cefalea a grappolo causa agitazione. Durante l’attacco i pazienti non riescono a stare fermi, camminano in continuazione o dondolano violentemente avanti e indietro, anche uscendo all’aperto. L’occhio dolorante si arrossa e inizia a lacrimare e la palpebra può abbassarsi. Dallo stesso lato del viso si ha la sensazione del naso chiuso o che cola. L’altro lato della testa è completamente libero dal dolore.  

Quali sono le cause della cefalea a grappolo?  Nonostante le molte ricerche su questa patologia, la causa è ancora sconosciuta. Gran parte dell’interesse si concentra sulla tempistica degli attacchi, che appare legata ai ritmi circadiani (l’orologio biologico). Ricerche recenti hanno evidenziato modifiche in una parte del cervello conosciuta come ipotalamo, cioè l’area che controlla l’orologio biologico. Molti pazienti con cefalea a grappolo sono grandi fumatori o lo sono stati. Come il fumo contribuisca a causare la cefalea, se contribuisce, ancora non si sa. Smettere di fumare è sempre utile alla salute, ma raramente ha effetti sulla cefalea.  

Si possono individuare i fattori scatenanti? I cosiddetti fattori scatenanti sono i fattori che innescano l’attacco di mal di testa. L’alcool, anche in piccole quantità, può innescare un attacco di cefalea a grappolo nel corso di un episodio, ma non in altri periodi e non si comprende ancora come ciò avvenga. Non sembrano esserci altri fattori scatenanti comuni.  

Devo sottopormi ad esami?  A causa del suo insieme di sintomi la cefalea a grappolo è facile da riconoscere. Non esistono test che confermino la diagnosi che si basa sulla descrizione che il paziente fa dei suoi mal di testa e degli altri sintomi e sul fatto che durante la visita medica non emerge nulla di anormale. Pertanto, è molto importante che Lei dia una descrizione precisa dei suoi sintomi. Se il suo dottore non è certo della diagnosi, potranno essere effettuati esami, inclusa una risonanza magnetica del cervello, per escludere altre possibili cause del mal di testa, anche se raramente ciò è necessario. Se il suo medico non ritiene indispensabili gli esami, significa che non sono utili a procurarle la cura migliore.  

Quali sono i tipi di cura attualmente disponibili? Esistono terapie per la cefalea a grappolo che si rivelano spesso molto efficaci e per cui però è sempre necessaria la prescrizione da parte del medico. I trattamenti più comuni sono ossigeno al 100%, che necessita di una bombola, di un regolatore ad alto flusso e una maschera da collegare ad un erogatore, oppure un farmaco chiamato sumatriptan che Lei può iniettarsi usando un particolare dispositivo. I farmaci di tipo preventivo sono la cura migliore per la maggior parte dei pazienti. Sono da assumersi ogni giorno per tutta la durata degli episodi al fine di impedire il ritorno dei mal di testa. Sono efficaci, ma è indispensabile un’assunzione sotto stretto controllo medico, spesso tramite esami del sangue, a causa dei possibili effetti collaterali. Per questo tipo di terapia, pertanto, è possibile che Lei venga indirizzato da uno specialista. Il consulto specialistico deve essere urgente perché sappiamo che la malattia causa una grande sofferenza.  

Cosa accade se queste cure non funzionano?  Oggi abbiamo a disposizione una intera gamma di farmaci preventivi per cui se uno non funziona molto bene, un altro potrebbe farlo. Talvolta  è  possibile utilizzare due o più farmaci contemporaneamente.  

Cosa posso fare per aiutarmi? I soliti antidolorifici non funzionano, agiscono troppo lentamente ed il mal di testa esplode prima che facciano effetto.  Per ottenere un trattamento efficace, Lei ha bisogno di essere seguito da un medico. Assuma il medicinale all’inizio di un episodio di cefalea, perché questo sembra essere il modo più efficace per bloccare l’attacco. Tenere un diario Le pagine di un diario possono aiutare a prendere nota di informazioni importanti sui mal di testa - la frequenza con cui compaiono, quando compaiono, quanto durano e quali sono i sintomi. Sono un valido strumento che aiuta il medico a formulare una diagnosi corretta, a identificare i fattori scatenanti e a valutare i risultati delle cure.  

È possibile che la mia cefalea migliori? La cefalea a grappolo può ripresentarsi  per molti  anni  di seguito. Tuttavia, nella maggioranza dei casi sembra migliorare nella fase più avanzata della vita, particolarmente nella forma cronica.  

Cefalea cronica

Cos'è la cefalea cronica quotidiana? "Ho iniziato ad avere mal di testa che comparivano a metà del pomeriggio. Riuscivo a lavorare, ma la concentrazione era difficile. Così ho scoperto che con un paio di antidolorifici riuscivo a calmare il dolore. I mal di testa poi hanno iniziato a diventare più frequenti e adesso sono costretto ad assumere farmaci quasi quotidianamente e la mia testa sembra non essere mai a posto". La definizione di cefalea cronica quotidiana non costituisce una vera e propria diagnosi, è piuttosto una descrizione calzante per una forma di mal di testa che si manifesta 15 o più giorni al mese per oltre 3 mesi.   

Quali sono i diversi tipi di cefalea cronica quotidiana? I tipi di questa forma di cefalea sono numerosi, diversi e sono generalmente definiti sulla base delle loro cause. La cefalea di tipo tensivo cronica e la cefalea da uso eccessivo di farmaci sono le più diffuse. Sulla prima esiste uno specifico opuscolo che Lei può eventualmente richiedere. La cefalea da abuso di farmaci (vedere in basso) può costituire una trasformazione dell’emicrania o della cefalea di tipo tensivo. 

Chi soffre di cefalea cronica quotidiana? È un disturbo sorprendentemente comune e circa una persona su 20 è destinata a soffrire almeno una volta della vita. È più frequente nelle donne che negli uomini e compare anche nei bambini.  

Quali sono i sintomi della cefalea cronica quotidiana? La principale caratteristica è la notevole frequenza che assume forme variabili, ma spesso si presenta come un dolore sordo. Altri sintomi comuni, insieme al mal di testa, sono stanchezza, nausea, irritabilità e difficoltà a dormire. Talvolta il mal di testa sembra implacabile, anche se durante la giornata può cambiare di intensità. La cefalea da abuso di farmaci raggiunge spesso il culmine al risveglio.  

È possibile che la mia cefalea migliori? Il trattamento della cefalea cronica quotidiana dipende dalla diagnosi e dalla causa. Curarsi nella maniera giusta è importante e quindi è di solito necessario ricorrere ad un trattamento di tipo medico. Tutti i tipi di cefalea cronica quotidiana possono trovare temporaneo sollievo negli antidolorifici o nelle terapie contro l’emicrania, ma in molti casi il sollievo è solo parziale e l’effetto diminuisce con il passare del tempo. Inoltre, questi farmaci non costituiscono un trattamento adeguato in quanto sono destinati a provocare un peggioramento della malattia. Se il suo è un mal di testa causato dall’uso eccessivo di questi farmaci, potrà avere un miglioramento solo attraverso la loro sospensione.  

Devo sottopormi ad esami? Non ci sono esami che possano confermare la diagnosi di qualsiasi forma di cefalea quotidiana cronica. La diagnosi si basa sulla descrizione dei mal di testa data dal paziente e sul fatto che durante la visita medica non emerge nulla di anormale. Pertanto, è molto importante che Lei fornisca una descrizione precisa dei suoi sintomi e di come si sviluppano. È importante che dica quanti antidolorifici o quali altri farmaci contro il mal di testa assume e con quale frequenza. Il suo medico dovrebbe essere in grado di dirle con una certa facilità se Lei ha una malattia più grave di una cefalea quotidiana cronica. Se il suo dottore non è certo della diagnosi, o la cefalea cambia in maniera improvvisa, potranno essere effettuati degli esami, inclusa una risonanza magnetica del cervello, per escludere altre possibili cause del mal di testa, anche se raramente ciò è necessario. Se il suo medico non ritiene indispensabili gli esami, significa che non sono utili a prescrivere la cura migliore. 

Cos’è la cefalea da abuso di farmaci? Qualsiasi farmaco Lei assuma per tenere sotto controllo i sintomi del mal di testa, quando assunto troppo spesso può indurre una cefalea da abuso di farmaci. Aspirina, paracetamolo, ibuprofene, codeina: di fatto, tutti gli antidolorifici, anche quelli da banco, si associano a questo tipo di problema e ciò non riguarda solo gli antidolorifici.  

I farmaci per il trattamento specifico dell’emicrania possono anch’essi causare questa reazione se usati con eccessiva frequenza. Questi farmaci sono i triptani e soprattutto l’ergotamina. Una forma simile di mal di testa (sebbene non strettamente una cefalea da uso eccessivo di farmaci) può essere provocata dall’assunzione di troppa caffeina. Le fonti usuali di caffeina sono il caffè, il tè o le bevande a base di cola, ma possono essere anche compresse a base di caffeina o molti analgesici. Il modo in cui questa forma di cefalea si sviluppa è sconosciuto e può essere differente in relazione alla natura del farmaco. I triptani e l’ergotamina possono causare un cosiddetto effetto “rebound”, con un mal di testa che si ripresenta dopo che l’azione del farmaco è svanita. Si ritiene che, nel tempo, gli analgesici causino un cambiamento nei meccanismi del cervello preposti al controllo del dolore: essi si assuefanno agli effetti del medicinale così che si ha bisogno di assumerne dosi sempre più alte. Per la maggioranza dei pazienti con cefalee occasionali, gli analgesici sono un trattamento sicuro ed efficace. Tuttavia, la cefalea da abuso di farmaci può insorgere in chiunque faccia uso di una terapia contro il mal di testa per oltre tre giorni alla settimana. Di solito, il paziente inizia ad accusare attacchi occasionali di cefalea di tipo tensivo o (più comunemente) di emicrania. Per motivi diversi, ad un certo punto le cefalee iniziano a divenire più frequenti. Questo può accadere attraverso un’evoluzione naturale o perché è insorta un’altra forma di cefalea, probabilmente dovuta a stress o dolore muscolare. L’aumento del mal di testa porta ad accrescere la dose di farmaci per cercare di controllare i sintomi, fino al punto in cui entrambe le forme di cefalea compaiono quotidianamente. Molti pazienti che si trovano in questa situazione sono consapevoli di assumere più farmaci del dovuto e cercano di ridurre la dose: ciò causa una sindrome da sospensione che peggiora il mal di testa e porta nuovamente ad alzare la dose dei medicinali. È facile capire come questo diventi un circolo vizioso che è difficile interrompere. Non importa quanti medicinali Lei assume, se assume regolarmente la dose massima di antidolorifici solo uno o due giorni la settimana, è difficile che sviluppi una cefalea da abuso di farmaci; al contrario, se assume anche solo due pastiglie per troppi giorni di seguito ecco che il mal di testa peggiora immediatamente. È la frequenza con cui si assume il farmaco in un determinato lasso di tempo che causa il problema.  

Cosa posso fare per aiutarmi? Il solo modo di curare questa forma di cefalea è sospendere gradualmente il farmaco che l’ha indotta. Studi clinici mostrano che la maggioranza dei pazienti che attuano questa procedura migliora notevolmente sebbene possano trascorrere anche tre mesi prima di vedere i benefici. Anche se i mal di testa continuano nonostante l’interruzione del farmaco, il fatto di aver chiarito la causa porta ad una migliore risposta alla terapia specifica. È possibile sospendere il farmaco sia bruscamente sia riducendo gradualmente le dosi nell’arco di 2-3 settimane. Qualsiasi metodo Lei scelga, è importante che durante l’intero periodo di sospensione beva molti liquidi (evitando però di assumere più caffeina). Se opta per una sospensione brusca, quasi sicuramente avrà sintomi da astinenza quali peggioramento del mal di testa, nausea, forse vomito, ansia e difficoltà a dormire, che faranno la loro comparsa entro 48 ore e potranno durare al massimo per 2 settimane. Tuttavia una sospensione graduale è più suscettibile di fallimento probabilmente perché richiede tempi più lunghi. È importante anche valutare quando iniziare la sospensione evitando di farlo, ad esempio, poco prima di un evento importante. Avverta, inoltre, i suoi colleghi che potrebbe non essere in grado di andare a lavorare per alcuni giorni.  

Cosa accade se continuo come adesso? Se l’abuso del farmaco è la causa dei suoi frequenti mal di testa, continuare come al solito non è una scelta adeguata. I suoi mal di testa diverranno sempre più frequenti e non risponderanno agli antidolorifici o ai farmaci preventivi. Alla fine farà più che altro un danno a se stesso, al suo fegato e ai suoi reni.  

Ci sono altre cure da seguire? Ci sono farmaci, che può acquistare dietro prescrizione medica, da assumere quotidianamente, che la aiuteranno durante la fase di sospensione. Funzionano soltanto se Lei sospende ogni altro farmaco per il mal di testa ed è comunque importante considerare che, anche in tal caso, la loro efficacia non è certa in assoluto; ricordi, inoltre, che ad un certo punto dovrà preoccuparsi di interrompere anche questi, in quanto sono dei medicinali dei quali è consigliabile, nella maggior parte dei casi, fare a meno.  

Come posso essere certo che il problema non si ripresenti? Nella fase in cui si sviluppa, la cefalea da abuso di farmaci, sostituisce largamente la forma originaria (emicrania o cefalea di tipo tensivo per la quale si è iniziato ad assumere i farmaci). Ciò significa che con il miglioramento dopo la sospensione dei farmaci, è plausibile attendersi una ricomparsa della cefalea originaria. Vi sono opuscoli sia sull’emicrania che sulla cefalea di tipo tensivo che Lei può eventualmente richiedere e che potrebbe tornarle utile consultare proprio in questa fase. Se le è necessario, può con cautela iniziare nuovamente ad usare il farmaco contro il mal di testa una volta che è ritornato alle condizioni di normalità, cosa che non è probabile accada prima di molte settimane. Usi comunque molta prudenza, poiché vi è sempre il rischio di incorrere nel medesimo errore. Per evitare questo, cerchi di non assumere medicinali contro il mal di testa per oltre tre giorni di seguito o in maniera regolare per tre o più giorni alla settimana. Legga sempre il foglietto illustrativo e ciò che è scritto sulla confezione di ogni medicinale. Se un mal di testa non migliora o si ripresenta con regolarità, non continui ad assumere farmaci senza consultare il suo medico. Se ha frequenti, persistenti mal di testa o nel caso ricompaiano in futuro, si rivolga comunque al suo medico.  

Tenere un diario. Le pagine di un diario possono aiutare a prendere nota di informazioni importanti sui mal di testa - la frequenza con cui compaiono, quando compaiono, quanto durano e quali sono i sintomi. È un valido strumento che aiuta il medico a formulare la diagnosi e a valutare i risultati delle cure. Per i soggetti a rischio di cefalea da abuso di farmaci, il diario è particolarmente importante in quanto aiuta a tenere nota della quantità di farmaci che si stanno assumendo.    

Per ulteriori informazioni può visitare il sito internet www.w-h-a.org  

Traduzione italiana a cura di Fabio Antonaci e Cristina Tassorelli  

Iniziativa in collaborazione con Al.Ce. Sud (Puglia, Lucania, Calabria) Alleanza Cefalalgici – CIRNA Foundation