Nozioni generali sulle cefalee

La mal di testa è, senza dubbio, uno dei sintomi più comuni che i neurologi debbano valutare. La diagnosi differenziale di questo sintomo frequente è vasta, con oltre 300 tipi di mal di testa diversi e diverse eziologie. Comprendere la classificazione e la diagnosi del mal di testa è quindi clinicamente impegnativo e necessita di valutazioni diagnostiche e terapeutiche.

La International Headache Society (IHS) da anni si prodiga nel formulare sempre nuove classificazioni internazionali, l'ultima (la 3° versione Beta) nel 2013. Essa contiene i criteri diagnostici operativi di una vasta gamma di cefalee, criteri che sono tratti da un consenso internazionale di eserti che  sono stati approvati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e inclusi nella Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-10). Questi criteri hanno:

  • Stabilito una terminologia uniforme e criteri diagnostici costanti
  • Facilitato gli studi epidemiologici e gli studi clinici multinazionali
  • Fornito la base per le linee guida in materia di ricerca e terapia
  • Con il termine CEFALEA si intende genericamente che fa male la testa. Il termine cefalea non indica alcuna tipologia di mal di testa.

    Il mal di testa può grossolanamente avere due categorie di cause principali:

    1. una predisposizione personale costituzionale, e in questo caso si parla di CEFALEE PRIMARIE

    2. un altra malattia, in questo caso si parla di CEFALEE SECONDARIE

    Nel primo caso esiste una predisposizione costituzionale a sviluppare il mal di testa; ciò significa che la vera causa non è eliminabile , almeno per ora, il che però non significa che i sintomi non possano essere controllati.

    Nel secondo caso la cefalea è provocata da un’altra malattia che se curata adeguatamente determina il miglioramento o la cessazione dei suoi sintomi e quindi anche della cefalea.

    LA CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLE CEFALEE

    Per mettere ordine e ridurre le possibilità di errore nella diagnosi del tipo di cefalea sono state fatte delle classificazioni mediche. Quella maggiore è stata fatta da un gruppo di esperti internazionali, principalmente convergenti all'interno di società scientifiche internazionali, la maggiore delle quali è l' IHS, ovvero l' International Headache Sociaty.

    Questa società scientifica ha prodotto e pubblicato varie versioni e quella attualmente in uso è la terza nella sua versione Beta. 

    https://www.ichd-3.org/


    Nella classificazione si possono trovare descritti in dettaglio tutti i criteri clinici sulla base dei quali è possibile fare una diagnosi di un tipo particolare di cefalea piuttosto che un altro.

    Fare la diagnosi corretta è molto importante per le implicazioni pratiche, per la possibilità di identificare una malattia potenzialmente pericolosa o meno, sia per impostare eventuali terapie specifiche che avranno maggiori possibilità di migliorare la situazione del dolore.

    La definizione del tipo di cefalea viene generalmente effettuata sulla base dei dettagli dei sintomi e l'esecuzione di eventuali esami dipende dai sintomi descritti.

    la classificazione suddivide le cefalee in 3 grossi capitoli:

    Parte I: cefalee primarie

    Parte II: Cefalee secondarie

    Parte III: nevralgie craniche e dolori facciali centrali o primari e altre cefalee

    In questo sito affronteremo argomenti relativi alle principali cefalee primarie e ad alcune forme di cefalee secondarie.

    Le Cefalee PRIMARIE

    Tra le cefalee primarie, ossia ove la cefalea è la malattia, le più frequenti sono l’emicrania, la cefalea tensiva e, più rara, la cefalea a grappolo. Ve ne sono altre meno frequenti e curiose, quali ad esempio la cefalea da gelato, quella da coito, e altre ancora che potere trovare ben descritte nella classificazione.

    L’emicrania si definisce qualora vi siano stai almeno 5 attacchi, caratterizzati da dolore severo o da un lato solo del capo o pulsante, della durata se non trattata compresa tra 4 e 72 ore, con associati fastidio per la luce (fotofobia) e per i suoni (fonofobia) o nausea o vomito.

    E' un tipo di mal di testa molto diffuso nelle giovani donne, meno negli uomini; colpisce in media il 12 % della popolazione generale, compresi bambini e anziani, è più frequente nelle donne in età fertile, ove raggiunge una prevalenza del 18%.

    E’ tipicamente molto intenso, pulsante, e associato a fenomeni peculiari quali fastidio per la luce, per i rumori, per gli odori, è aggravato dall’ attività fisica, a volte si associano anche nausea e vomito.

    Il dolore ha una durata variabile da 4 ore fino a 72 ore. Generalmente se si presenta in giorni consecutivi, cessando o attenuandosi con uso di farmaci, si considera che sia un unico attacco che non si è riusciti a interrompere subito all'esordio.

    In genere si tratta di episodi che si ripetono più volte nella vita, spesso iniziano nel periodo giovanile, generalmente entro i 30 anni di età. Nelle donne di solito regrediscono durante la gravidanza e cessano dopo la menopausa, spesso si correlano al periodo mestruale. Qualora la cefalea persiste durante la gravidanza o dopo la menopausa è probabile coesistano altre malattie che ne condizionano la persistenza anche in questi due periodi della vita.

    In linea di massima se la frequenza media degli attacchi di emicrania è maggiore di 4 giorni al mese si può presumere che sussista un'altra malattia che causi una frequenza elevata del mal di testa. Questa condizione si può porre o perché coesistono alcune malattie particolari spesso associate a questo tipo di mal di testa (malattie co-morbide) ovvero per il coesistere di altre malattie che di per sé causano mal di testa secondario che si aggiunge all'emicrania.

    Al di là del controllo degli attacchi e di eventuali malattie associate, esistono dei FATTORI SCATENANTI che possono provocare il singolo attacco. Tra questi i più frequenti sono le alterazioni dell'umore (ansia, depressione, panico) lo stress e le forti emozioni, e tutte quelle malattie infiammatorie e/o dolorose che coinvolgano direttamente o indirettamente faccia testa o collo, come ad esempio dolore cervicale, contratture muscolari, malattie del naso, orecchie e gola, ma anche febbre o infezioni distanti che creano un'infiammazione che in qualche modo arriva anche al capo.

    La seconda cefalea primaria più frequente è la cefalea tensiva; anch'essa è di origine costituzionale. Il dolore in questo caso è diffuso, ma più tipicamente localizzato in regione frontale e occipitale, in entrambi i lati, descritto come un senso di peso, più o meno intenso. A volte si associa una contrattura dei muscoli posteriori del collo, a volte no.

    Un terzo tipo principale di cefalea primaria è la cefalea a grappolo; essa è caratterizzata da un dolore violento, localizzato a livello di un occhio, associato a lacrimazione e arrossamento della congiuntiva, produzione di muchi nasali, che si presenta in giornate consecutive (fino a 2 mesi), alla medesima ora, in periodi a rischio, tipicamente primavera e autunno.

    Esistono poi numerose altre cefalee primarie, più o meno “curiose”, come la cefalea da gelato e quella da coito. E’ comunque raccomandabile, in caso di comparsa di una nuova cefalea o di modifica di una cefalea abituale, rivolgersi al medico curante per una valutazione preliminare.

     

    LA CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLE CEFALEE

    Per mettere ordine e ridurre le possibilità di errore nella diagnosi del tipo di cefalea sono state fatte delle classificazioni mediche. Quella maggiore è stata fatta da un gruppo di esperti internazionali, principalmente convergenti all'interno di società scientifiche internazionali, la maggiore delle quali è l' IHS, ovvero l' International Headache Sociaty.

    Questa società scintifica ha prodotto e pubblicato la versione attualmente in uso (ichd-3Beta) della classificazione internazionale delle cefalee nel 2013. Questa classificazione è disponibile gratuitamente su internet anche in versione italiana http://www.ihs-headache.org/binary_data/2128_versi...

    Fare la diagnosi corretta è molto importante per le implicazioni pratiche, per la possibilità di identificare una malattia potenzialmente pericolosa o meno, sia per impostare eventuali terapie specifiche che avranno maggiori possibilità di migliorare la situazione del dolore.

    La definizione del tipo di cefalea viene generalmente effettuata sulla base dei dettagli dei sintomi e l'esecuzione di eventuali esami dipende dai sintomi descritti.

    la classificazione suddivide le cefalee in 3 grossi capitoli:

    Parte I: cefalee primarie

    Parte II: Cefalee secondarie

    Parte III: nevralgie craniche e dolori facciali centrali o primari e altre cefalee

    Segue l' APPENDICE che contiene alcuni argomenti non ancora chiaramente sostenuti o definiti dei dati ad oggi disponibili


    Capitolo 1: EMICRANIA

    1.1 Emicrania senza aura 

    1.2 Emicrania con aura 

    1.2.1 Emicrania con aura tipica 

    1.2.1.1 Aura tipica con cefalea 

    1.2.1.2 Aura tipica senza cefalea 

    1.2.2 Emicrania con aura troncoencefalica 

    1.2.3 Emicrania emiplegica 

    1.2.3.1 Emicrania emiplegica familiare (FHM) 

    1.2.3.1.1 Emicrania emiplegica familiare tipo 1 (FHM1) 

    1.2.3.1.2 Emicrania emiplegica familiare tipo 2 (FHM2) 

    1.2.3.1.3 Emicrania emiplegica familiare tipo 3 (FHM3) 

    1.2.3.1.4 Emicrania emiplegica familiare, altri loci 

    1.2.3.2 Emicrania emiplegica sporadica 

    1.2.4 Emicrania retinica 

    1.3 Emicrania cronica 

    1.4 Complicanze dell’emicrania 

    1.4.1 Stato emicranico 

    1.4.2 Aura persistente senza infarto 

    1.4.3 Infarto emicranico 

    1.4.4 Epilessia indotta dall’emicrania 

    1.5 Probabile emicrania 

    1.5.1 Probabile emicrania senza aura 

    1.5.2 Probabile emicrania con aura 

    1.6 Sindromi episodiche che possono essere associate all’emicrania 

    1.6.1 Disturbo gastrointestinale ricorrente 

    1.6.1.1 Sindrome del vomito ciclico 

    1.6.1.2 Emicrania addominale 

    1.6.2 Vertigine parossistica benigna 

    1.6.3 Torcicollo parossistico benigno

    Capitolo 2: CEFALEA DI TIPO TENSIVO

    2.1 Cefalea di tipo tensivo episodica sporadica 

    2.1.1 Cefalea di tipo tensivo episodica sporadica associata a dolorabilità dei muscoli pericranici 

    2.1.2 Cefalea di tipo tensivo episodica sporadica non associata a dolorabilità dei muscoli pericranici 

    2.2 Cefalea di tipo tensivo episodica frequente 

    2.2.1 Cefalea di tipo tensivo episodica frequente associata a dolorabilità dei muscoli pericranici 

    2.2.2 Cefalea di tipo tensivo episodica frequente non associata a dolorabilità dei muscoli pericranici 

    2.3 Cefalea di tipo tensivo cronica 

    2.3.1 Cefalea di tipo tensivo cronica associata a dolorabilità dei muscoli pericranici 

    2.3.2 Cefalea di tipo tensivo cronica non associata a dolorabilità dei muscoli pericranici 

    2.4 Probabile cefalea di tipo tensivo 

    2.4.1 Probabile cefalea di tipo tensivo episodica sporadica  

    2.4.2 Probabile cefalea di tipo tensivo episodica frequente 

    2.4.3 Probabile cefalea di tipo tensivo cronica

    Capitolo 3: CEFALEA A GRAPPOLO E ALTRE CEFALEE AUTONOMICO-TRIGEMINALI

    3.1 Cefalea a grappolo 

    3.1.1 Cefalea a grappolo episodica 

    3.1.2 Cefalea a grappolo cronica 

    3.2 Emicrania parossistica 

    3.2.1 Emicrania parossistica episodica 

    3.2.2 Emicrania parossistica cronica 

    3.3 Short-lasting unilateral neuralgiform headache attacks 

    3.3.1 Short-lasting Unilateral Neuralgiform headache attacks with Conjunctival injection and Tearing (SUNCT) 

    3.3.1.1 SUNCT episodica 

    3.3.1.2 SUNCT cronica 

    3.3.2 Short-lasting Unilateral Neuralgiform headache attacks with cranial Autonomic symptoms (SUNA) 

    3.3.2.1 SUNA episodica 

    3.3.2.2 SUNA cronica 

    3.4 Emicrania continua 

    3.4.1 Emicrania continua, forma remittente 

    3.4.2 Emicrania continua, forma non remittente 

    3.5 Probabile cefalea autonomico-trigeminale 

    3.5.1 Probabile cefalea a grappolo 

    3.5.2 Probabile emicrania parossistica 

    3.5.3 Probabile SUNCT 

    3.5.4 Probabile emicrania continua

    Capitolo 4: ALTRE CEFALEE PRIMARIE

    4.1 Cefalea primaria da tosse 

    4.1.1 Probabile cefalea primaria da tosse 

    4.2 Cefalea primaria da attività fisica 

    4.2.1  Probabile cefalea primaria da attività fisica 

    4.3 Cefalea primaria associata ad attività sessuale 

    4.3.1 Probabile cefalea primaria associata ad attività sessuale 

    4.4 Cefalea primaria “a rombo di tuono” 

    4.5 Cefalea da stimolo freddo 

    4.5.1 Cefalea attribuita all’applicazione esterna di stimolo freddo 

    4.5.2 Cefalea attribuita a ingestione di sostanze fredde o inalazione di aria fredda 

    4.5.3 Probabile cefalea da stimolo freddo 

    4.5.3.1 Cefalea probabilmente attribuita all’aplicazione esterna di stimolo freddo

    4.5.3.2 Cefalea probabilmente attribuita all’ingestione o all’inalazione di stimolo freddo 

    4.6 Cefalea da pressione esterna 

    4.6.1 Cefalea da compressione esterna 

    4.6.2 Cefalea da trazione esterna 

    4.6.3 Probabile cefalea da pressione esterna 

    4.6.3.1 Probabile cefalea da compressione esterna 

    4.6.3.2 Probabile cefalea da trazione esterna 

    4.7 Cefalea primaria trafittiva 

    4.7.1  Probabile cefalea primaria trafittiva 

    4.8 Cefalea nummulare 

    4.8.1 Probabile cefalea nummulare 

    4.9 Cefalea ipnica 

    4.9.1 Probabile cefalea ipnica 

    4.10 New Daily Persistent Headache (NDPH) 

    4.10.1 Probabile New Daily Persistent Headache

    Capitolo 5: CEFALEA  ATTRIBUITA A TRAUMATISMO CRANICO E/O CERVICALE

    5.1 Cefalea acuta attribuita a traumatismo cranico 

    5.1.1 Cefalea acuta attribuita a traumatismo cranico moderato o severo 

    5.1.2 Cefalea acuta attribuita a traumatismo cranico lieve 

    5.2 Cefalea persistente attribuita a traumatismo cranico 

    5.2.1 Cefalea persistente attribuita a traumatismo cranico moderato o severo

      5.2.2 Cefalea persistente attribuita a traumatismo cranico lieve 

    5.3 Cefalea acuta attribuita a colpo di frusta 

    5.4 Cefalea persistente attribuita a colpo di frusta 

    5.5 Cefalea acuta post-craniotomia 

    5.6 Cefalea persistente post-craniotomia

    Capitolo 6: CEFALEA ATTRIBUITA A DISTURBI VASCOLARI CRANICI O CERVICALI

    6.1 Cefalea attribuita ad ictus ischemico o attacco ischemico transitorio 

    6.1.1 Cefalea attribuita ad ictus ischemico (infarto cerebrale) 

    6.1.2 Cefalea attribuita ad attacco ischemico transitorio (TIA) 

    6.2 Cefalea attribuita ad emorragia intracranica non traumatica 

    6.2.1 Cefalea attribuita ad emorragia intracerebrale non traumatica 

    6.2.2 Cefalea attribuita ad emorragia subaracnoidea (SAH) non traumatica

    6.2.3 Cefalea attribuita ad ematoma subdurale acuto (ASDH) non traumatico 

    6.3 Cefalea attribuita a malformazione vascolare che non ha sanguinato 

    6.3.1 Cefalea attribuita ad aneurisma sacculare che non ha sanguinato 

    6.3.2 Cefalea attribuita a malformazione arterovenosa (AVM) 

    6.3.3  Cefalea attribuita a fistola durale arterovenosa (DAVF) 

    6.3.4 Cefalea attribuita ad angioma cavernoso 

    6.3.5 Cefalea attribuita ad angiomatosi encefalotrigeminale o leptomeningea (sindrome di Sturge Weber) 

    6.4 Cefalea attribuita ad arterite 

    6.4.1 Cefalea attribuita ad arterite a cellule giganti (GCA) 

    6.4.2 Cefalea attribuita ad angite primaria del sistema nervoso centrale (PACNS) 

    6.4.3 Cefalea attribuita ad angite secondaria del sistema nervoso centrale (SACNS) 

    6.5 Cefalea attribuita a disturbo del tratto cervicale dell’arteria carotide o dell’arteria vertebrale 

    6.5.1 Cefalea o dolore facciale o del collo attribuiti a dissezione arteriosa cervicale carotidea o vertebrale 

    6.5.2 Cefalea post-endoarterectomia 

    6.5.3 Cefalea attribuita ad angioplastica carotidea o vertebrale 

    6.6 Cefalea attribuita a trombosi venosa cerebrale (CVT) 

    6.7 Cefalea attribuita ad altro disturbo acuto arterioso intracranico 

    6.7.1 Cefalea attribuita a procedura endovascolare intracranica 

    6.7.2  Cefalea da angiografia 10 ICHD-3BETA © International Headache Society 2013 

    6.7.3 Cefalea attribuita a sindrome da vasocostrizione cerebrale reversibile (RCVS) 

    6.7.3.1 Cefalea probabilmente attribuita a sindrome da vasocostrizione cerebrale reversibile (RCVS) 

    6.7.4 Cefalea attribuita a dissezione arteriosa intracranica 

    6.8 Cefalea attribuita a vasculopatia genetica 

    6.8.1 Arteriopatia cerebrale autosomica dominante con infarti sottocorticali e leucoencefalopatia (CADASIL) 

    6.8.2 Encefalopatia mitocondriale, acidosi lattica ed episodi simil-ictali (MELAS) 

    6.8.3 Cefalea attribuita ad altra vasculopatia genetica 

    6.9 Cefalea attribuita ad apoplessia ipofisaria 

    Capitolo 7: CEFALEA ATTRIBUITA A PATOLOGIE INTRACRANICHE NON VASCOLARI

    7.1 Cefalea attribuita ad ipertensione liquorale 

    7.1.1 Cefalea attribuita ad ipertensione intracranica idiopatica (IIH) 

    7.1.2 Cefalea attribuita ad ipertensione intracranica secondaria a cause metaboliche, tossiche o ormonali 

    7.1.3 Cefalea attribuita ad ipertensione intracranica secondaria a idrocefalo 

    7.2 Cefalea attribuita ad ipotensione liquorale 

    7.2.1 Cefalea post-puntura durale 

    7.2.2  Cefalea da fistola liquorale 

    7.2.3 Cefalea attribuita ad ipotensione liquorale spontanea 

    7.3 Cefalea attribuita a malattie infiammatorie non infettive 

    7.3.1 Cefalea attribuita a neurosarcoidosi 

    7.3.2 Cefalea attribuita a meningite asettica (non infettiva) 

    7.3.3  Cefalea attribuita ad altre malattie infiammatorie non infettive 

    7.3.4  Cefalea attribuita a ipofisite linfocitaria 

    7.3.5  Cefalea e deficit neurologici transitori con linfocitosi liquorale (HaNDL) 

    7.4 Cefalea attribuita a neoformazione intracranica 

    7.4.1 Cefalea attribuita a neoplasia intracranica 

    7.4.1.1 Cefalea attribuita a cisti colloide del terzo ventricolo 

    7.4.2 Cefalea attribuita a meningite carcinomatosa 

    7.4.3  Cefalea attribuita a iper- o iposecrezione ipotalamica o ipofisaria 

    7.5 Cefalea attribuita ad iniezione intratecale 

    7.6 Cefalea attribuita a crisi epilettica 

    7.6.1 Emicrania epilettica 

    7.6.2 Cefalea post-convulsiva 

    7.7 Cefalea attribuita a malformazione di Chiari tipo I (CM1) 

    7.8 Cefalea attribuita ad altra patologia intracranica non vascolare

    Capitolo 8: CEFALEA ATTRIBUITA ALL' USO DI UNA SOSTANZA O ALLA SUA SOSPENSIONE

    8.1 Cefalea attribuita ad uso o esposizione ad una sostanza 

    8.1.1 Cefalea indotta da donatori di ossido nitrico (NO) 

    8.1.1.1 Cefalea indotta da donatori di NO ad insorgenza immediata 

    8.1.1.2 Cefalea indotta da donatori di NO ad insorgenza ritardata 

    8.1.2 Cefalea indotta da inibitori della fosfodiesterasi (PDE) 

    8.1.3 Cefalea indotta da monossido di carbonio (CO) 

    8.1.4 Cefalea indotta da alcol 

    8.1.4.1 Cefalea indotta da alcol ad insorgenza immediata 

    8.1.4.2 Cefalea indotta da alcol ad insorgenza ritardata 

    8.1.5 Cefalea indotta da cibo e/o additivi alimentari 

    8.1.5.1 Cefalea indotta da glutammato monosodico (MSG) 

    8.1.6 Cefalea indotta da cocaina 

    8.1.7 Cefalea indotta da istamina 

    8.1.7.1 Cefalea indotta da istamina ad insorgenza immediata 

    8.1.7.2 Cefalea indotta da istamina ad insorgenza ritardata 

    8.1.8 Cefalea indotta da peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP)

    8.1.8.1 Cefalea indotta da CGRP ad insorgenza immediata 

    8.1.8.2 Cefalea indotta da CGRP ad insorgenza ritardata 

    8.1.9 Cefalea attribuita ad esposizione acuta ad un agente ipertensivo esogeno 

    8.1.10  Cefalea attribuita all’uso occasionale di farmaci non specifici per la cefalea 

    8.1.11  Cefalea attribuita all’uso a lungo termine di farmaci non specifici per la cefalea 

    8.1.12 Cefalea attribuita ad ormoni esogeni 

    8.1.13 Cefalea attribuita ad uso o esposizione acuta di altra sostanza 

    8.2 Cefalea da uso eccessivo di farmaci 

    8.2.1 Cefalea da uso eccessivo di ergotaminici 

    8.2.2 Cefalea da uso eccessivo di triptani 

    8.2.3 Cefalea da uso eccessivo di analgesici semplici 

    8.2.3.1 Cefalea da uso eccessivo di paracetamolo (acetaminofene) 

    8.2.3.2 Cefalea da uso eccessivo di acido acetilsalicilico 

    8.2.3.3   Cefalea da uso eccessivo di altri farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) 

    8.2.4 Cefalea da uso eccessivo di oppioidi 

    8.2.5 Cefalea da uso eccessivo di prodotti di combinazione di analgesici 

    8.2.6 Cefalea da uso eccessivo di farmaci sintomatici in combinazione

    8.2.7  Cefalea da uso eccessivo non verificabile di più classi farmacologiche

    8.2.8 Cefalea da uso eccessivo di altri farmaci 

    8.3 Cefalea attribuita a sospensione di sostanze 

    8.3.1 Cefalea da sospensione di caffeina 

    8.3.2 Cefalea da sospensione di oppioidi 

    8.3.3 Cefalea da sospensione di estrogeni 

    8.3.4 Cefalea attribuita a sospensione dell'uso cronico di altre sostanze

    Capitolo 9: CEFALEA ATTRIBUITA A INFEZIONE

    9.1 Cefalea attribuita ad infezione intracranica 

    9.1.1 Cefalea attribuita a meningite o meningoencefalite batterica 

    9.1.1.1 Cefalea acuta attribuita a meningite o meningoencefalite batterica

    9.1.1.2 Cefalea cronica attribuita a meningite o meningoencefalite batterica 

    9.1.1.3 Cefalea persistente attribuita a meningite o meningoencefalite batterica in esiti 

    9.1.2 Cefalea attribuita a meningite o encefalite virale 

    9.1.2.1 Cefalea attribuita a meningite virale 

    9.1.2.2 Cefalea attribuita a encefalite virale 

    9.1.3 Cefalea attribuita ad infezione intracranica fungina o causata da altri parassiti 

    9.1.3.1 Cefalea acuta attribuita ad infezione intracranica fungina o causata da altri parassiti 

    9.1.3.2 Cefalea cronica attribuita ad infezione intracranica fungina o causata da altri parassiti 

    9.1.4 Cefalea attribuita ad ascesso cerebrale 

    9.1.5 Cefalea attribuita ad empiema subdurale 

    9.2 Cefalea attribuita ad infezione sistemica 

    9.2.1 Cefalea attribuita ad infezione sistemica batterica 

    9.2.1.1 Cefalea acuta attribuita ad infezione sistemica batterica 

    9.2.1.2 Cefalea cronica attribuita ad infezione sistemica batterica 

    9.2.2 Cefalea attribuita ad infezione sistemica virale 

    9.2.2.1 Cefalea acuta attribuita ad infezione sistemica virale 

    9.2.2.2 Cefalea cronica attribuita ad infezione sistemica virale 

    9.2.3 Cefalea attribuita ad altra infezione sistemica 

    9.2.3.1 Cefalea acuta attribuita ad altra infezione sistemica 

    9.2.3.2 Cefalea cronica attribuita ad altra infezione sistemica

    Capitolo 10: CEFALEA ATTRIBUITA A DISTURBI DELL'OMEOSTASI

    10.1 Cefalea attribuita ad ipossia e/o ipercapnia 

    10.1.1 Cefalea da elevata altitudine 

    10.1.2 Cefalea attribuita a viaggio aereo 

    10.1.3 Cefalea da immersione 

    10.1.4 Cefalea da apnee nel sonno 

    10.2 Cefalea da dialisi 

    10.3 Cefalea attribuita ad ipertensione arteriosa 

    10.3.1 Cefalea attribuita a feocromocitoma 

    10.3.2 Cefalea attribuita a crisi ipertensiva senza encefalopatia ipertensiva

    10.3.3 Cefalea attribuita ad encefalopatia ipertensiva 

    10.3.4 Cefalea attribuita a pre-eclampsia o eclampsia 

    10.3.5  Cefalea attribuita a disreflessia autonomica 

    10.4 Cefalea attribuita ad ipotiroidismo 

    10.5 Cefalea attribuita a digiuno 

    10.6 Cefalea cardiaca 

    10.7 Cefalea attribuita ad altri disturbi dell’omeostasi 

    Capitolo 11: CEFALEA E DOLORI FACCIALI ATTRIBUITI A DISTURBI DI CRANIO, COLLO, OCCHI, ORECCHIE, NASO, SENI PARANASALI, DENTI, BOCCA O ALTRE STRUTTURE FACCIALI O CRANICHE

    11.1 Cefalea attribuita a disturbi del cranio 

    11.2 Cefalea attribuita a disturbi del collo 

    11.2.1 Cefalea cervicogenica 

    11.2.2 Cefalea attribuita a tendinite retrofaringea 

    11.2.3 Cefalea attribuita a distonia craniocervicale 

    11.3 Cefalea attribuita a disturbi oculari 

    11.3.1 Cefalea attribuita a glaucoma acuto 

    11.3.2 Cefalea attribuita a vizi di rifrazione 

    11.3.3 Cefalea attribuita ad eteroforia o eterotropia (strabismo latente o manifesto) 

    11.3.4  Cefalea attribuita a disturbi flogistici dell’occhio 

    11.3.5  Cefalea attribuita a trocleite (infiammazione del nervo trocleare) 

    11.4 Cefalea attribuita a disturbi dell'orecchio 

    11.5 Cefalea attribuita a disturbi del naso e dei seni paranasali 

    11.5.1 Cefalea attribuita a rinosinusite acuta 

    11.5.2 Cefalea attribuita a rinosinusite cronica o ricorrente 

    11.6 Cefalea attribuita a disturbi dei denti e delle arcate dentarie

    11.7 Cefalea attribuita a disturbi dell’articolazione temporomandibolare (ATM) 

    11.8 Cefalea o dolore facciale attribuiti a tendinite inserzionale del muscolo stiloideo (flogosi del legamento stiloideo) 

    11.9 Cefalea attribuita ad altri disturbi di cranio, collo, occhi, orecchie, naso, seni paranasali, denti, bocca o altre strutture facciali o craniche

    Capitolo 12: CEFALEA ATTRIBUITA A DISTURBO PSICHIATRICO

    12.1 Cefalea attribuita a disturbo da somatizzazione 

    12.2 Cefalea attribuita a disturbo psicotico

    Capitolo 13: NEUROPATIE DOLOROSE CRANICHE E ALTRI DOLORI FACCIALI

    13.1 Nevralgia trigeminale 

    13.1.1 Nevralgia trigeminale classica 

    13.1.1.1 Nevralgia trigeminale classica, esclusivamente parossistica

    13.1.1.2 Nevralgia trigeminale classica con dolore faciale persistente

    13.1.2 Neuropatia trigeminale dolorosa 

    13.1.2.1 Neuropatia trigeminale dolorosa attribuita a Herpes zoster acuto

    13.1.2.2 Neuropatia trigeminale post-herpetica 

    13.1.2.3 Neuropatia trigeminale post-traumatica 

    13.1.2.4 Neuropatia trigeminale dolorosa attribuita a placca di Sclerosi Multipla (SM) 

    13.1.2.5 Neuropatia trigeminale dolorosa attribuita a lesione occupante spazio 

    13.1.2.6 Neuropatia trigeminale dolorosa attribuita ad altri disordini 

    13.2 Nevralgia glossofaringea 

    13.3 Nevralgia del nervo intermedio (nervo faciale) 

    13.3.1 Nevralgia del nervo intermedio classica 

    13.3.2 Neuropatia del nervo intermedio attribuita ad Herpes zoster 

    13.4 Nevralgia occipitale 

    13.5 Neurite ottica 

    13.6 Cefalea attribuita a paralisi ischemica di un nervo oculomotore 

    13.7 Sindrome di Tolosa-Hunt 

    13.8 Sindrome paratrigeminale oculosimpatica (di Raeder) 

    13.9 Neuropatia oftalmoplegica dolorosa ricorrente 

    13.10 Sindrome della bocca urente (Burning mouth syndrome) 

    13.11 Dolore faciale idiopatico persistente (DFIP) 

    13.12 Dolore neuropatico centrale 

    13.12.1 Dolore neuropatico centrale attribuito a Sclerosi Multipla (SM) 

    13.12.2 Dolore centrale post-ictus

    Capitolo 14: ALTRI DISTURBI CEFALALGICI

    14.1 Cefalea non classificata altrove 

    14.2 Cefalea non specificata

    Appendice

    A1. Emicrania 

    A2. Cefalea di tipo tensivo (criteri alternativi) 

    A3. Cefalee autonomico-trigeminali (TACs)

    A4. Altre cefalee primarie

    A5. Cefalea attribuita a traumatismo cranico o cervicale

    A6. Cefalea attribuita a disturbo vascolare cranico o cervicale

    A7. Cefalea attribuita a disturbo intracranico non vascolare 

    A8. Cefalea attribuita ad uso o sospensione di una sostanza

    A9. Cefalea attribuita ad infezione 

    A10. Cefalea attribuita a disturbi dell’omeostasi 

    A11. Cefalea o dolori facciali attribuiti a disturbi di cranio, collo, occhi, orecchie, naso, seni paranasali, denti, bocca o altre strutture facciali o craniche

    A12. Cefalea attribuita a disturbo psichiatrico 


    I fattori scatenanti

    I FATTORI SCATENANTI

    Alcuni fattori possono scatenare gli attacchi di mal di testa:

    ansia, stress, forti emozioni

    tutte le malattie dolorose o infiammatorie che in qualche modo coinvolgono la faccia, la testa o il collo

    eccessivo esercizio fisico

    esposizione a luce intensa, rumori intensi, odori intensi

    alterazione del ritmo quotidiano e alterazioni del sonno

    cambio termico o barometrico

    sbalzi della pressione arteriosa

    nelle donne l’uso della pillola

    negli allergici alcuni cibi.


    Perché un fattore scatenante causi cefalea serve che la persona sia prestisposta ad avere mal di testa. In tali persone alcuni fattori sono scatenanti gli attacchi di cefalea. I più frequenti sono quelli correlati all’umore, ossia ansia, stress, forti emozioni, depressione; un altro grosso gruppo di fattori scatenati è quelle delle malattie dolorose o infiammatorie che direttamente o indirettamente riguardano faccia, testa o collo. Tra queste possiamo pensare a fattori locali, ad esempio sinusite, faringite, raffreddore, eccetera, oppure contratture dolorose dei muscoli del collo, malocclusioni, infiammazioni dell’articolazione temporo-mandibolare, traumi facciali, al capo o al collo. Pensando a malattie lontane che possono causare infiammazione al capo, si può pensare ad esempio alle infezioni sistemiche.

    Tutte le alterazioni dei ritmi quotidiani, come dormire qualche ora in più la domenica mattina, o stare sveglio nella notte, cambi di fuso orario, eccetera, ma anche i cambi di tensione (lavoro- non lavoro), possono essere scatenanti gli attacchi.

    Anche i cambi termici repentini, come ad esempio passare da 20° in casa a basse temperature esterne in inverno, o viceversa in estate, così come pure i cambi climatici, come i cambi barometrici, il vento, etc, sono scatenanti.

    Un discorso a parte va dedicato ai cibi come fattori scatenanti. Si era stati ipotizzato che i diversi elementi chimici agissero nel cervello come attivatori dell’attacco di cefalea. Poi si è compreso che i cibi possono scatenare attacchi in chi ha intolleranze alimentari o allergie. In particolare l’elenco dei cibi rischiosi per gli emicranici sono anche i cibi che gli allergologi consigliano di evitare negli allergici, ossia i cibi istaminergici. Essi sono principalmente il vini, soprattutto bianco, le uova, i formaggi stagionati, il pesce soprattutto quello affumicato, i pomodori, il cibo cinese. Per quanto riguarda il cioccolato, pure nell’elenco dei cibi a rischio, è stato studiato specificamente tramite uno studio americano che ha testato il cacao rispetto alla polvere di caruba, dimostrando che non vi erano differenze significative nei due gruppi di pazienti testati, e smitizzando il fatto che il cacao causasse cefalea. Altro discorso nuovo, che invece può spiegare perché mangiare la cioccolata può scatenare la cefalea è quello relativo agli zuccheri, argomento che affronteremo più avanti

     

    10 regole d'oro

    1. Se compare una cefalea intensa o persistente in assenza di un motivo evidente, o se una cefalea abituale si modifica, è opportuno contattare il proprio medico curante.
    2. Non dare per scontato che la cefalea è un fatto “normale”; il dolore non fa parte della nostra normalità, ma va interpretato almeno come un sintomo di “disagio” del corpo.
    3. Una cefalea frequente non necessariamente si deve associare a patologie gravi, ma può essere ben gestita correggendo eventuali altre malattie, anche banali.
    4. Nel caso dell’emicrania e della cefalea tensiva è essenziale avere delle abitudini di vita, di sonno e alimentari il più regolari possibili.
    5. Nel caso dell’emicrania spesso i farmaci presi per il dolore sono inefficaci; in genere ciò accade se il farmaco è stato assunto troppo tardi o perché è stato preso per bocca; lo stesso farmaco assunto in formulazioni in supposta o iniettiva generalmente è efficace.
    6. E’ imperativo non abusare dei farmaci, infatti un uso cronico (per più di 10 giorni al mese) può causare una cronicizzazione della cefalea. Se la cefalea è frequente è opportuno effettuare degli accertamenti e impostare una terapia di prevenzione non antidolorifica.
    7. Se oltre al dolore al capo comparissero segni o sintomi diversi (svenimento, disturbi della vista, disturbi della parola, paralisi, altri sintomi localizzati ad un distretto corporeo) è necessario rivolgersi subito ad un medico.
    8. I bambini devono essere presi in considerazione quando si lamentano di cefalea, infatti nei piccoli questa patologia e frequente e disabilitante.
    9. Per i bimbi è oltremodo importante garantire una vita serena, regolare, con un’alimentazione corretta comprensiva di piccoli pasti a metà mattina e metà pomeriggio, possibilmente un breve riposo pomeridiano.
    10. 10.  Lo sport moderato è utile anche per le cefalee.