Criteri diagnostici dell'emicrania

A cura di Cinzia Cavestro

DEFINIZIONE

Per poter fare la diagnosi di emicrania bisogna che siano avvenuti almeno 5 attacchi che abbiano avuto le caratteristiche cliniche specifiche di questo tipo di cefalea.


Queste sono:

  • la durata della fase del dolore compresa tra 4 72 ore se non trattato
  • almeno 2 tra le seguenti caratteristiche: 1. Dolore unilaterale; 2. Dolore pulsante; intensità moderata-severa; peggioramento con l’attività fisica
  • almeno 1 tra i seguenti sintomi associati: 1. Fono e fotofobia; 2. Nausea e/o vomito
  • esclusione di patologie evidenziabili causanti cefalea secondaria

La definizione precisa, secondo i criteri della classificazione internazionale delle cefalee, permettere di migliorare le capacità di diagnosi e ridurre le possibilità di errore.

Una diagnosi corretta permette di curare al meglio questa malattia e di valutare e controllare gli elementi di rischio eventuale ad essa correlata.

 

Caratteristiche cliniche dell'emicrania

Materiale tratto dalla presentazione della Dr.ssa Lidia Savi, ad Alba, Novembre 2010

Testo modificato e implementato a cura di Cinzia Cavestro

CARATTERISTICHE DEL DOLORE

Il dolore si manifesta come sede da un solo lato del caso nel 50% dei casi, per i restati è bilaterale.

La sede è varia, ma prevalentemente localizzata nella parte anteriore o laterale del capo, Frontale, obitaria, temporale, parietale, più raramente posteriore, occipito-nucale, o al vertice o cranio-auricolo-mastoidea, a volte con irradiazione del dolore in sede facciale o cervicale.

Nel 50% circa dei casi è di tipo Pulsante, in alternativa può essere descritto come continuo, gravativo, trafittivo, lancinante.

Per definizione l’ intensità è moderata o severa; con questi termini si intende:

- Moderata = limita, ma non impedisce lo svolgimento delle normali attività

- Severa = impedisce lo svolgimento delle normali attività o costringe a letto

Essa tipicamente aumenta per lievi sforzi fisici.

CARATTERISTICHE DELLE CRISI

Frequenza

Da studi di popolazione, la frequenza media in generale si assesta su 1-4 attacchi. Diversa invece è la frequenza media di attacchi dei pazienti che accedono ai centri cefalea; in questo caso la media dei pazienti presenta 15 giorni al mese di cefalea.

Durata

Generalmente l’attacco si esaurisce, dopo essere stato trattato, nell’arco della giornata. A volte dura più giorni consecutivamente, fino a 3 giorni. L’attacco tipico non trattato ha in effetti tale durata. Qualora duri così tanto nonostante la terapia farmacologica si deve pensare che il farmaco usato non sia appropriato oppure non sia stato usato per la giusta via di somministrazione.

Sintomi di accompagnamento

Nausea, vomito, fotofobia (fastidio per la luce), fonofobia (fastidio per i rumori-suoni), fanno parte dei sintomi cardine di questo tipo di cefalea e sono quelli che sono essenziali per fare la diagnosi di emicrania.

Oltre a questi sintomi, possono coesisterne vari altri, quali: vertigini, osmofobia (fastidio per gli odori), disturbi intestinali, disturbi urinari, turbe del sonno, sudorazione, sensazione di freddo/caldo, palpitazioni, ansia, irritabilità, agitazione, diminuzione della memoria, difficoltà di concentrazione.

Essi concomitano la presenza della cefalea e in genere sono maggiori in proporzione all’intensità del dolore.

Sintomi preliminari/premonitori

La FASE PRODROMICA può precedere la fase algica da ore a due giorni. Essa consiste in modificazione di:

  • Appetito Ritmo sonno/veglia
  • Stimoli neurosensoriali accentuati (per luci, rumori, odori
  • Bilancio idrico
  • Stato emotivo

Sintomi residui

La FASE di RISOLUZIONE o RECUPERO si manifesta con resdui di vomito, alterazione della diuresi, alterazioni del sonno, oltre che una protratta astenia e inappetenza.

Fattori scatenanti e aggravanti

Con questo termine si intendono quei fattori che aumentano la probabilità che un soggetto emicranico sviluppi un attacco nel breve periodo (solitamente <48 ore).

Essi sono molti, i più frequenti sono le malattie infiammatorie o dolorose riguardanti faccia, testa o collo, e le malattie dell’umore, come ansia, depressione e attacchi di panico.

Seguono le modifiche ormonali nella donna (mestruo, ovulazione, pillola), l’esposizione ad alcuni cibi, l’esposizione a stimoli intensi (luce, suoni, odori), il cambio del ritmo quotidiano, i cambi atmosferici e barometrici, i cambi di altitudine e i cambi termici.

Qualora i fattori scatenanti siano peculiari e distintivi dell’emicrania nel singolo soggetto, si possono define delle forme particolari di emicrania, quali ad esempio:

  • l’emicrania mestruale, che si presenta a cavaliere con l’inizio del mestruo, tipicamente da 2 giorni prima a 2 giorni dopo l’inizio;
  • la cefalea da week-end, che compare nel fine settimana durante l’astensione dal lavoro;
  • l’emicrania alimentare, con attacchi tipicamente scatenati da alcuni cibi.

Esistono poi FATTORI AGGRAVANTI, ossia fattori che agendo in un periodo relativamente prolungato (in genere da settimane a mesi) producono un incremento di intensità e frequenza degli attacchi emicranici.

I principali sono i fattori scatenanti però protratti, l’abuso di sostanze, alcool, fumo e altro, l’abuso di farmaci, anche quelli per trattare la cefalea. Aggravanti sono poi anche le comorbidità frequentemente associate all’emicrania, per i cui dettagli si demanda al capitolo apposito.

Sintomi neurologici focali

I sintomi neurologici focali associati all’emicrania costituiscono quello che viene definito AURA EMICRANICA.

Essi sono prevalentemente disturbi della visione, più raramente della parola, sensibilità e forza, e si presentano nell’ora precedente la cefalea, con durata tra 5 e 60 minuti, oppure isolati, senza cefalea.

Per i dettagli si rimanda all’apposito capitolo sull’emicrania con aura.

DIAGNOSI DIFFERENZIALE

La diagnosi differenziale (DD) si pone sia nei confronti delle altre cefalee primarie, sia nei confronti delle cefalee secondarie.

DD con cefalee primarie

– Cefalea tensiva

  • Intensità medio-lieve nella tensiva, severa nell’emicrania
  • Sede bilaterale nella tensiva, tendenzialmente monolaterale nell’ emicrania
  • Può essere presente fotofobia, non fono- e foto-fobia insieme combinazione che invece è distintiva per l’emicrania

– TACs (Trigeminal Autonomic Cephalalgias), es cefalea a grappolo e altre

  • Durata del dolore, sempre inferiore alle 4 ore nelle TACs
  • Alta frequenza di segni vegetativi (es. lacrimazione, arrossamento della congiuntiva, etc), che invece sono scarsi nell’emicrania
  • Violenza del dolore, acuzie, breve durata nelle TACs, cadenza oraria preferita e numerosità delle recidive nella giornata, mentre abitualmente nel caso dell’emicrania il dolore persiste continuativamente da 4 a 72 ore

DD con le cefalee secondarie:

  • Anamnesi, Esame Obiettivo Generale e Esame Obiettivo Neurologico non suggestivi per cefalea secondaria nell’emicrania
  • Correlazione temporale; nel caso delle cefale secondarie esiste una correlazione temporale sia nella comparsa della cefalea, sia nella sua scomparsa
  • Caratteristiche cliniche, diverse come sintomi, tipologia del dolore, sede, intensità e durata
  • Problema delle co-morbidità (associate in modo non casuale); spesso le cefalee primarie sono co-morbide con altre malattie generali. Si potrebbe sollevare il dubbio di eventuale aggravamento per la comorbidità, ma al momento attuale tali patologie vengono definite co-morbide e la cefalea resta identificata come primaria, a meno che le sue caratteristiche siano diverse. Ad esempio, un paziente affetto da emicrania può avere come co-morbida l’ipertensione. Durante una crisi ipertensiva, egli può manifestare cefalea sia con le caratteristiche dell’emicrania oppure diversa. In un caso così è corretto identificare che il paziente soffre di emicrania, + di cefalea secondaria all’ipertensione + di ipertensione come malattia co-morbida con emicrania. Questo discorso può apparire fine a se stesso, ma rientra negli obiettivi della descrizione più accurata possibile sia ai fini diagnostici che terapeutici.

Caratteristiche generali della cefalea secondaria, diverse a seconda del tipo di cefalea secondaria:

    • Insorgenza improvvisa
    • Esordio età > 40 aa
    • Decorso progressivo
    • Sede fissa
    • Vomito profuso persistente, a getto
    • Cefalea ortostatica
    • Scatenamento dopo sforzo
    • Segni sistemici o focali

Emicrania, classificazione e diagnosi

a cura di Grazia Sances, 

Centro Cefalee dell' Ist Neurologico Mondino, Pavia

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Nella relazione la Dr.ssa Sances affronta il tema della diagnosi differenziale tra cefalee primarie e secondaria, e di come una cefalea secondaria possa anche presentarsi con caratteristiche simili alle cefalee primarie.

Ricorda quali siano i segnali d'allarme, che devono allertare per una possibile situazione di criticità.

Riprende quindi i criteri diagnostici descritti nella classificazione internazionale delle cefalee, strumento fondamentale per una corretta diagnosi.

Ribadisce come per effettuare una diagnosi corretta siano fondamentali la storia clinica, l'esame fisico e eventuali indagini appropriate ove necessario. E' importante raccogliere dati relativi all'anamnesi familiare, fisiologico-lavorativa, endocrino-ginecologica, patologica remota, oltre ad una dettagliata anamnesi specifica sulla cefalea.

Entra quindi nel dettaglio sui criteri per la definizione dell'emicrania senz'aura, dell'emicrania con aura. Racconta poi in sintesi cosa si intende per aura e come vi siano diversi tipi di aura emicranica.

Riporta la descrizione dell'attacco in toto, dai prodromi ai postumi. 

Descrive in sintesi le principali differenze tra le maggiori cefalee primarie.

Diversi sono i fattori scatenanti e i fattori che contribuiscono alla gravità dell'emicrania. In particolare descrive alcuni aspetti peculiari nella donna. 

L'emicrania è co-morbida con diverse altre malattie, che vengono descritte. 

L'emicrania ha un andamento che cambia nel corso della vita, alcune trasformazioni e i fattori che le influenzano vengono descritte. 

Argomento complesso è quello della cronicizzazione e la Dr.ssa Sances ci da alcuni spunti. 

Infine spiega come serva uno strumento di monitoraggio della cefalea, che è il diario della cefalea.

 

REALTA’ CLINICA DEL PAZIENTE CON EMICRANIA CRONICA: EPIDEMILOGIA, PESO SOCIALE E ABUSO DI FARMACI


La cefalea in generale, l'emicrania in particolare e la forma cronica soprattutto, sono un male sociale ad alto costo e disabilità.

Nella presentazione che segue, la Dr.ssa Sances sottolinea i vari aspetti epidemiologici , gli aspetti legati alla disabilità dell'emicrania e altri sui costi che questa patologia comporta.

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