Le cefalee primarie

Tra le cefalee primarie, ossia ove la cefalea è la malattia, le più frequenti sono l’emicrania, la cefalea tensiva e, più rara, la cefalea a grappolo. Ve ne sono altre meno frequenti e curiose, quali ad esempio la cefalea da gelato, quella da coito, e altre ancora che potere trovare ben descritte nella classificazione.


L’emicrania si definisce qualora vi siano stati almeno 5 attacchi, caratterizzati da dolore severo o da un lato solo del capo o pulsante, della durata se non trattata compresa tra 4 e 72 ore, con associati fastidio per la luce (fotofobia) e per i suoni (fonofobia) o nausea o vomito.

E' un tipo di mal di testa molto diffuso nelle giovani donne, meno negli uomini; colpisce in media il 12 % della popolazione generale, compresi bambini e anziani, è prù frequente nelle donne in età fertile, ove raggiunge una prevalenza del 18%.

E’ tipicamente molto intenso, pulsante, e associato a fenomeni peculiari quali fastidio per la luce, per i rumori, per gli odori, è aggravato dall’attività fisica, a volte si associano anche nausea e vomito.

Il dolore ha una durata variabile da 4 ore fino a 72 ore. Generalmente se si presenta in giorni consecutivi, cessando o attenuandosi con uso di farmaci,  si considera che sia un unico attacco che non si è riusciti a interrompere subito all'esordio.

In genere si tratta di episodi che si ripetono più volte nella vita, spesso iniziano nel periodo giovanile, generalmente entro i 30 anni di età. Nelle donne di solito regrediscono durante la gravidanza e cessano dopo la menopausa, spesso si correlano al periodo mestruale. Qualora la cefalea persiste durante la gravidanza o dopo la menopausa è probabile coesistano altre malattie che ne condizionano la persistenza anche in questi due periodi della vita.

In linea di massima se la frequenza media degli attacchi di emicrania è maggiore di 4 giorni al mese si può presumere che sussista un'altra malattia che causi una frequenza elevata del mal di testa. Questa condizione si può porre o perchè coesistono alcune malattie particolari spesso associate a questo tipo di mal di testa (MALATTIE CO-MORBIDE) ovvero per il coesistere di altre malattie che di per sè causano mal di testa secondario che si aggiunge all'emicrania.

Al di là del controllo degli attacchi e di eventuali malattie associate, esitono dei FATTORI SCATENANTI che possono provocare il singolo attacco. Tra questi i più frequenti sono le alterazioni dell'umore (ansia, depressione, panico) lo stress e le forti emozioni, e tutte quelle malattie infiammatorie e/o dolorose che coinvolgano direttamente o indirettamente faccia testa o collo, come ad esempio dolore cervicale, contratture muscolari, malattie del naso, orecchie e gola, ma anche febbre o infezioni distanti che creano un'infiammazione che in quanlche modo arriva anche al capo.

La seconda cefalea primaria più frequente è la cefalea tensiva; anch’essa è di origine genetica. Il dolore in questo caso è diffuso, ma più tipicamente localizzato in regione frontale e occipitale, in entrambi i lati, descritto come un senso di peso, più o meno intenso. A volte si associa una contrattura dei muscoli posteriori del collo, a volte no.

Un terzo tipo principale di cefalea primaria è la cefalea  a grappolo; essa è caratterizzata da un dolore violento, localizzato a livello di un occhio, associato a lacrimazione e arrosamento della congiuntiva, produzione di muchi nasali, che si presenta in giornate consecutive (fino a 2 mesi), alla medesima ora, in periodi a rischio, tipicamente primavera e autunno.

Esistono poi numerose altre cefalee primarie, più o meno “curiose”, come la cefalea da gelato e quella da coito. E’ comunque raccomadabile, in caso di comparsa di una nuova cefalea o di modifica di una cefalea abituale, rivolgersi al medico curante per una valutazione preliminare.

 

L'emicrania

All'interno di ogni gruppo di cefalee vi sono dei sottogruppi che generalmente tendono a distinguere la cefalea a seconda della sua gravità e frequenza. Particolare è invece la suddivisione delle categorie all'interno dell'emicrania e delle TACs, in quanto in esse vengono distinte cefalee con caratteristiche cliniche diverse.

Tra i vari tipi di emicrania si distinguono quella senz'aura e quella con aura, l'emicrania cronica, le complicanze dell'emicrania, le forme di probabile emicrania e infine le sindromi episodiche che possono essere associate  all'emicrania.

Ciò che accomuna le varie forme sono le caratteristiche cliniche principali dell'attacco, durata e sintomi di accompagnamento e gli aspetti peculiari di ciascun tipo fanne le ulteriori differenze.


Le definizioni sono tratte dalla versione italiana dell'ultima classificazione internazionale delle cefalee

http://www.ihs-headache.org/binary_data/2128_versi...

PREVALENZA

L'emicrania è una delle patologie più diffuse. Colpisce in media il 12% della popolazione generale, con una prevalenza del 18% nelle donne in età fertile.

La prevalenza dell’emicrania è fortemente connessa all’età ed al sesso. Le donne rappresentano circa il 75% dei pazienti emicranici negli Stati Uniti con una prevalenza più elevata negli anni che vanno dai 35 ai 40.  Di conseguenza, l’emicrania ha un impatto diretto sugli anni più economicamente produttivi della vita.

La prevalenza di emicrania in età infantile è di circa il 5%, con un rapporto maschi/femmine 1:1 (o lieve preponderanza maschile) al di sotto dei 12 anni. Dopo la pubertà la prevalenza aumenta soprattutto nel sesso femminile.

Nel 50-60% dei casi gli emicranici hanno un genitore con emicrania e nell' 80% circa dei casi almeno un parente di primo grado con emicrania.

Per lo più lì età insorgenza cade nella seconda-terza decade di vita, nel 30% circa dei casi esordisce nella prima decade di vita; è raro che esordisca oltre i 50 anni.

In generale migliora fino a scomparire con l’aumentare dell’età (> 50 aa).

L'emicrania è una malattia altamente disabilitante, posta al 19° posto nell'elenco mondiale delle malattie che causano disabilità (dato OMS).

Le persone che soffrono di emicrania hanno alcuni rischi di salute rispetto a chi non ha questa malattia. Questo riguarda in particolare le malattie dell'umore, le malattie metaboliche, le malattie circolatorie. Nel caso di persone che soffrano di emicrania con aura, esse hanno anche magggior frequenza di ictus se donne o infarto miocardico se uomini.

Sia per l'elevata disabilità che per le malattie ad essa associate, l'emicrania ha un costo sociale molto elevato.

Per tutti questi motivi è importante conoscerla e curarla adeguatamente.

 
 

Emicrania senz'aura

La definizione richiede che vi sia un numero minimo di attacchi rispondenti ai criteri diagnostici per poter sostenere la diagnosi stessa.

Per quanto riguarda la durata, essa deve essere valutata in assenza di terapia ovvero nel caso di insuccesso della terapia. 

Le caratteristiche cliniche devono essere peculiari, con almeno due delle caratteristiche previste.

A volte il paziente giunge con il convincimento errato che la parola "emicrania" implichi obbligatoriamente che il dolore sia unilaterale, ma così non è, infatti esso può essere anche bilaterale, l'importante che esistano almeno due degli altri criteri previsti dalla classificazione.

Devono coesistere dei sintomi di accompagnamento, quali nausea e/o vomito, oppure fastidio per luce  (fotofobia) e rumori (fonofobia).

La coesistenza di nausea, disabilità e fotofobia sostiene la dignosi corretta di emicrania in oltre il 90% dei casi (Lipton, Neurology 2003) 



 

Emicrania con aura

Si definisce AURA un deficit neurologico focale dela durata di 5-60 minuti che si presenta isolato o precede immediatamente la cefalea.

L' AURA può presentarsi da sola o seguita da cefalea, e la cefalea può avere le caratteristiche dell'emicrania oppure no. 

Ciò che definisce questo tipo di emicrania è l'aura, indipendentemente dalla cefalea.

L'aura più frequente è l'AURA tipica caratterizzata da un disturbo visivo, seguito o concomitante un disturbo di sensibilità, seguito o concomitante un disturbo nel parlare. La durata di 5-60 minuti va applicata a ciascuna delle fasi cliniche, quindi un aura completa nel suo insieme può durare fino a 60+60+60 minuti totali.

Vi sono altre aure più rare, quella con paralisi di una o più parti del corpo, che definisce L' EMICRANIA EMIPLEGICA, e l'aura di TIPO BASILARE, caratterizzata da sintomi neurologici simili a quelli imputabili ad una disfunzione della zona del troncoencefalo, ossia visione sdoppiata, turbe dell'equilibrio, incoordinazione, etc.


 

Aure emicraniche visive in alcune rappresentazioni

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Al di là delle classificazioni delle condizioni standard esistono delle situazioni limite, che hanno richiesto una classificazione specifica. 

Tra queste sono descritte le condizioni che determinano l'emicrania cronica, la quale sussiste qualora la cefalea sia presente per almeno 15 giorni al mese (di cui almeno 8 di emicrania) da almeno 3 mesi. 

Le complicanze dell'emicrania sono: 

  1. lo stato emicranico, laddove il dolore sia persistentemente disabilitante e duri oltre le 72 ore che sono abitualmente il temo massimo di durata dell'attacco emicranico
  2. aura persistente senza infarto, in caso in cui almeno un sintomo di aura persista per più di una settimana
  3. infarto emicranico, nel caso in cui uno o più sintomi dell’aura persistano per >60 minuti e si associ il riscontro neuroradiologico di una lesione ischemica in un’area congrua (non meglio inquadrata da altra diagnosi ICHD-3)  
  4. epilessia indotta dall'emicrania, quando una crisi convulsiva si manifesti in un paziente con emicrania con aura durante un attacco di emicrania con aura o entro l’ora successiva, che non sia meglio inquadrata da altra diagnosi ICHD-3.
 


Un ictus ischemico che si presenta in un paziente emicranico può essere diagnosticato come infarto cerebrale da altre cause con sintomatologia simil-emicranica con aura, oppure ancora come un infarto cerebrale che si verifica in corso di un tipico attacco di emicrania con aura e solo in quest'ultimo caso si può parlare Infarto emicranico. L’evento Infarto emicranico si verifica nella maggior parte dei casi a carico del circolo posteriore e nelle donne più giovani. Nei pazienti affetti da emicrania con aura è peraltro stato documentato un aumento del rischio di sviluppare un ictus ischemico.


Emicrania ed epilessia sono esempi di disturbi parossistici cerebrali. 

E' è molto frequente che si verifichi cefalea di tipo emicranico durante il periodo post-critico di una crisi epilettica convulsiva, mentre solo occasionalmente compaiono convulsioni durante o successivamente all’attacco emicranico. Questo fenomeno, definito “migralepsy” (migralessia), è un evento raro, descritto in origine in soggetti affetti da Emicrania con aura. 

Sindromi episodiche che possono essere associate all'emicrania 

Questo gruppo di disturbi si verifica in pazienti che hanno anche l' emicrania senza aura o l' emicrania con aura, o che presentano un incremento della probabilità di sviluppare uno di questi disturbi. Tipicamente si verificano durante l’infanzia, ma possono comunque manifestarsi anche in età adulta. Condizioni aggiuntive che si possono verificare in questi pazienti includono episodi di chinetosi e disturbi periodici del sonno quali sonnambulismo, somniloquio, crisi di pavor nocturnus e bruxismo.

Il Disturbo gastrointestinale ricorrente è caratterizzato da almeno cinque attacchi con episodi distinti di dolore addominale e/o malessere e/o nausea e/o vomito, con un esame clinico e valutazione dell’apparato gastrointestinale normale, qualora tali sintomi non siano attribuibili ad altro disturbo. Tra questi si distinguono la sindrome del vomito ciclico e l' Emicrania addominale

Altri due equivalenti emicranici sono la Vertigine parossistica benigna e il Torcicollo parossistico benigno 

 

La cefalea tensiva

La cefalea tensiva è generalmente più diffusa, più sorda e meno severa dell'emicrania. E' più difficile dirimere se una cefalea di questo genere sia la cefalea tensiva come cefalea primaria o una cefalea secondaria, date le caratteristiche cliniche meno specifiche.

I sottotipi si distinguono fonamentalmente per la frequenza, così vengono distinte forme episodiche e forme croniche, a seconda del numero di giorni al mese di cefalea.

I criteri diagnostici sono analoghi per le varie forme di cefalea tensiva, si differenziano per la frequenza, ossia meno di un giorno al mese la forma episodica, in media 1-14 giorni al mese per > 3 mesi (≥12 e <180 giorni all’anno) per la forma frequente, mentre nella forma cronica la cefalea è presente in media ≥15 giorni al mese per >3 mesi (≥180 giorni all’anno).

In ciascuna delle tre forme vengono descritte due varianti, ossia quelle associate a dolorobilità dei muscoli pericranici e quelle senza dolorabilità muscolare.

All'interno delle cefalee tensive, si distingue e specifica se vi sia o meno associata una dolorabilità dei muscoli attorno al cranio e cervicale. Quindi il termine TENSIVA non si riferisce alla presenza di contratture muscolari, ma semplicemente alle caratteristiche cliniche della cefalea stessa.

 

Le TACs

Cefalea a grappolo e altre cefalee autonomico-trigeminali

La caratteristica comune di queste cefalee è la presenza di sintomi disautonomici trigeminali (Trigeminal Autonomic Cephalalgias), ossia arrosamento congiuntivale, lacrimazione, congestione nasale, rinorrea, gonfiore della palpebra, riduzione della rima palpebrale, dilatazione o restrizione della pupilla, sudorazione di una zona del volto.

La distinzione tra i tre tipi di TACs è fondamentalmente quella della durata di ciscun attacco, di 15-180 minuti per la cefalea a grappolo, 2-30 minuti per l'emicrania parossistica, 5-240 secondi la SUNCT (Short-lasting unilateral neuralgiform headache attacks with conjunctival injection and tearing). Un'altra differenza è il numero di attacchi nela giornata, che sono tanti di più quanto meno dura il singolo evento.

La cefalea a grappolo

Sfatiamo un mito. Il termine "grappolo" non vuol dire che è una zona del viso particolare che è colpito, ma che gli attacchi in genere ricorrono quotidianamente per un grappolo di giorni consecutivi, in genere per 1-2 mesi, più spesso a primavera e autunno.

Anche in questo tipo di cefalea vi possono essere forme episodiche o croniche.

Gli attacchi si manifestano in periodi attivi, denominati “grappoli”, della durata di settimane o mesi e sono intervallati da fasi di remissione della durata di mesi o anni. Circa il 10-15% dei soggetti presenta la forma di cefalea a grappolo cronica senza periodi di remissione. Il dolore generalmente raggiunge la massima intensità nella regione orbitaria, sovraorbitaria, temporale, ma può estendersi a interessare altre aree del capo. Negli attacchi più intensi il dolore diventa pressoché insopportabile. Il paziente di solito non riesce a stare disteso ed è tipico il camminare avanti e indietro. Il dolore tende a ripresentarsi dallo stesso lato nel periodo attivo. 

Durante i periodi attivi nella forma episodica e in ogni momento della cefalea a grappolo cronica, gli attacchi si manifestano con regolarità e possono essere scatenati da alcol, istamina o nitroglicerina. 

L’età all’esordio si colloca in genere tra 20 e 40 anni. Per motivi ancora sconosciuti la prevalenza è 3 volte maggiore negli uomini rispetto alle donne. Gli attacchi di cefalea a grappolo si associano a un’attivazione della sostanza grigia dell’ipotalamo posteriore. In circa il 5% dei casi la Cefalea a grappolo viene trasmessa geneticamente (autosomica dominante). 

Sono stati segnalati pazienti affetti da Cefalea a grappolo e Nevralgia trigeminale  e alcuni casi con cefalea a grappolo ed emicrania. Questi pazienti vanno classificati con entrambe le diagnosi. L’importanza di questa osservazione risiede nel fatto che entrambe le condizioni vanno trattate adeguatamente per poter essere efficaci sulla sintomatologia.

La cefalea a grappolo cronica può esordire de novo oppure evolvere da una forma episodica, e viceversa.

L'emicrania parossistica

A differenza della cefalea a grappolo, non vi è predominanza nel sesso maschile. L’esordio si colloca abitualmente nell’età adulta, anche se sono stati segnalati casi in età infantile. 

Si possono avere forme episodiche e forme croniche; in questo caso vi è assenza di un periodo di remissione, o la remissione deve essere inferiore a 1 mese per almeno 1 anno. 

A volte l'emicrania parossistica si associa alla nevralgia trigeminale e la distinzione delle due forme è importante per poterle trattare entrambe in modo distinto.

Emicrania non emicrania !

La confusione nasce dall'italiano. Infatti in inglese questo problema non si pone. 

Ciò che normalmente chiamiamo emicrania, con o senza aura, in inglese è denominata Migraine. Quest'altro tipo di cefalea, l'emicrania parossistica, in inlgese è invece detto Hemicrania. Quindi è confusione solo italiana.

SUNCT

La sigla SUNCT sta ad indicare " Short-lasting unilateral neuralgiform headache attacks", ossia attacchi di cefalea con dolore di tipo nevralgico e di breve durata. Gli attacchi di durata più protratta sono caratterizzati da fitte multiple o con andamento a dente di sega. Nella classificazione ICHD-3 beta si riconoscono due sottotipi di SUNCT, la forma "Short-lasting Unilateral Neuralgiform headache attacks with Conjunctival injection and Tearing ", cioè con arrossamento congiuntivale e lacrimazione, e la forma "Short-lasting Unilateral Neuralgiform headache attacks with cranial Autonomic symptoms " detta anche (SUNA)". Queste potrebbero essere in realtà l'una la sottoforma dell'altra, ma è possibile classificarle separatamente. Generalmente questi tipi di cefalea non hanno periodi refrattari, a differenza per esempio di quanto generalmente avviene per la nevralgia del trigemino.

Come principio generale questi tipi di cefalee sono incluse tra le cefalee primarie. Esistono peraltro varie segnalazioni di quadri clinicamente analoghi e correlati a cause organiche, ossia altre malattie che sono all'origine del dolore. Secondo i dati della letteratura, la causa organica che più frequentemente si manifesta con cefalea simile alla SUNCT, è rappresentata da una lesione in fossa cranica posteriore, ciè nella regione posteriore all'interno del cranio. 

Sono stati descritti dei pazienti nei quali coesistono forme di cefalea come la SUNCT e la Nevralgia trigeminale, e altri pazianti in cui coesistono SUNCT e Cefalea a grappolo per i quali il significato fisiopatologico di questa associazione è ancora ignoto.

L'emicrania continua

Anche qui si parla di quella che in inglese è detta Hemicrania, e non della Migraine. , la forma che comunemente intendiamo come emicrania in italiano. Questa cefalea è sempre una TACs, ossia prevede l'esistenza di sintomi che esprimono una disfunzione del sistema trigeminale. 

Ne esiste una forma remittente

La cefalea non è quotidiana o continua ma è interrotta da periodi di remissione di almeno un giorno senza trattamento

e una forma non remittente

La cefalea è quotidiana e continua per almeno 1 anno senza periodi di remissione di almeno 1 giorno. 


In questa forma di cefalea i sintomi emicranici come la fotofobia e la fonofobia sono di frequente riscontro. Essa è inclusa nel capitolo delle TACs per la tipica  unilateralità del dolore e dei sintomi autonomici quando presenti. 

Le neuroimmagini hanno dimostrato importanti sovrapposizioni nelle cefalee descritte in questo capitolo, in particolare l’attivazione della sostanza grigia nell’ipotalamo posteriore, una regione cerebrale atta a registrare ed elaborare i sintomi del dolore.Inoltre, 3.4 Emicrania continua e 3.2 Emicrania parossistica condividono la risposta assoluta all’indometacina. 

 

Altre cefalee primarie

Oltre alle forme principali, vengono descritte diverse altre forma di cefalee non attribuite ad altre malattie e che vengono quindi incluse tra le forme primarie. 

Alcune di queste sono scatenate da un meccanismo di aumento della pressione addominale, detta anche manovra di Valsalva. Altre associate a stimoli esterni, quali il freddo e pressione esterna, e altre ancora peculiari, quali la forma trafittiva, quella che compare nel sonno (ipnica) e la cefalea cronica quotidiana dall'esordio. 

La Cefalea primaria da tosse è di solito bilaterale e posteriore, colpisce prevalentemente pazienti di età superiore a 40 anni. Esiste una correlazione significativa tra la frequenza dei colpi di tosse e l’intensità della cefalea. Sono stati descritti sintomi associati quali vertigine, nausea e disturbi del sonno in circa 2/3 dei pazienti. Nel 40% dei casi questa cefalea è però sintomatica, ossia secondaria a un altra malattia; la più frequente è la malformazione di Arnold-Chiari (descritta nelle cefalee secondarie), ma è anche descritta in altre malattie del cervello, cranio e delle arterie dei tronchi sovra aortici e del circolo cerebrale. 

In questi casi è molto importante la neuroradiologia, che riveste un ruolo importante nella ricerca di possibili lesioni o anomalie intracraniche, soprattutto nel caso si tratti di bambini. 

Le temperature elevate e l’altitudine favoriscono l’insorgenza della Cefalea primaria da attività fisica. Descritta nello studio Vaga, essa aveva carattere pulsante nella maggior parte delle persone valutate nello studio e negli adolescenti aveva un durata breve (minore di 5 minuti) nella metà circa dei casi. Esistono casi sintomatici, per cui anche in questo caso è fondamentale escludere malattie circolatorie cerebrali.

La cefalea primaria associata a attività sessuale ha un decorso cronico nel 40% dei casi. Essa  si può presentare a qualsiasi età con vita sessuale attiva. Affligge più spesso gli uomini(con rapporto M/F compreso tra 1,2:1 e 3:1), non è correlata al tipo di attività sessuale. Generalmente la localizzazione del dolore al capo bilaterale (in 2/3 dei casi) e spesso è nucale (nell’80% dei casi). Nelle forme primarie non sono presenti disturbi della coscienza, vomito o sintomi di tipo visivo, sensitivo o motorio (che possono essere presenti nelle forme sintomatiche), nè sintomi da disfunzione del sistema nervoso autonomico.  Al primo episodio di cefalea da attività sessuale è indispensabile escludere patologie neurologiche potenzialmente pericolose, fondamentalmente a carico della circolazione.  E' in quest casi importante rivolgersi al medico e valutare l'esecuzione di esami diagnostici neuroradiologici. Da considerare la possibilità di non evidenza della vasocostrizione in fase precoce, per cui possono essere necessari successivi controlli.

Le altre cefalee primarie necessitano l'esclusione di malattie neurologiche potenzialmente pericolose. Fondamentalmente l'attenzione si deve porre nei confronti di alcune malattie circolatorie dell'interno del cranio e la diagnostica neuroradiologica funge da elemento principale per escludere tali malattie.

 

Le evidenze che possa esistere una forma di cefalea a rombo di tuono primaria sono scarse.  E' imperativo ricercare quindi una causa sottostante in modo rapido e completo. Le cause più comuni sono le patologie vascolari acute, e seconariamente malattie infettive e da alterazione della pressione del liquor nel cranio.

 

L'esposizione a stimoli freddi causa in alcuni pazienti una cefalea da freddo, cefalea intensa, di breve durata, trafittiva, localizzata al centro della fronte, o in alcuni casi  temporale, frontale o retro-orbitaria.


Cefalea da pressione esterna. Alcune cefalee si possono presentare in occasione dell'applicazione di pressione o trazione al capo. Generalmente si presenta nella zona in cui è stata applicata la trazione / pressione e cessa al termine del fenomeno. Un esempio frequente si vede nelle donne che portano acconciature con i capelli molto tirati.

Un'altra forma episodica è la cefalea trafittiva che consta nella comparsa di fitte con dolore della durata di pochi secondi, raramente di più, fino a 2 minuti. In casi rari, le fitte si ripetono per giorni. La sede è in genere variabile; in 1/3 dei pazienti la sede è fissa e in questo caso è opportuno escludere la presenza di lesioni strutturali nella sede del dolore o nei nervi cranici del territorio interessato.

 

La cefalea ipnica ti attacca nel sonno. In genere esordisce dopo i 50 anni. Per lo più il dolore è lieve o moderato, ma è severo in 1/5 dei pazienti. la sede è bilaterale in circa 2/3 dei casi. le caratteristiche possono essere sia di tipo tensivo che emicranico con nausea. 

L'età più avanzata fa entrare i pazienti in un fascia di vita in cui possono comparire altre malattie che possono a loro volta provocare cefalea ad esordio notturno.  Vanno quindi considerate altre cause, come ad esempio le cefalee autonomiche trigeminali, la sindrome da apnee notturne, l’ipertensione arteriosa notturna, l’ipoglicemia ed uso eccessivo di farmaci, vanno inoltre escluse eventuali lesioni intracraniche. Il trattamento con litio, caffeina, melatonina e indometacina si è dimostrato efficace in molti casi descritti.

 

Nella cefalea nummulare l’area dolorosa può avere qualsiasi localizzazione ma  è più spesso localizzata in regione parietale. Generalmente si tratta di un dolore lieve o moderato, che si può acuire in occasione di alcuni stimoli. Nel 75% dei casi questo tipo di cefalea ha un andamento cronico oltre i 3 mesi, mentre a volte è limitata nel tempo. Nella zona in cui viene percepito il dolore, si manifestano anche altre alterazioni tattili, con riduzione di sensibilità, percezione di formicolio ed altro ancora. Essendo una forma molto localizzata vanno escluse eventuali malattie locali anche dermatologiche.

Nella New Daily Persistent Headache, la cefalea cronica persistente fin dall'esordio, i pazienti con questa cefalea invariabilmente ricordano il momento di esordio e lo possono riportare in modo accurato; in caso contrario, deve essere posta un’altra diagnosi. Le caratteristiche cliniche ricordano sia l' Emicrania che la Cefalea di tipo tensivo. Essa va posta in diagnosi differenziale fondamentalmente con le altre cefalee croniche, sia primarie che secondarie. Ne sono stati descritti due sottotipi: uno autolimitante che tipicamente si risolve nell’ arco di mesi senza trattamento, ed uno refrattario che è resistente a strategie terapeutiche anche aggressive.


Ricordiamo che il materiale relativo alla classificazione internazionale è tratto dalla versione in italiano della versione II-Beta http://www.ihs-headache.org/binary_data/2128_versi...

Si sottolinea inoltre che questo materiale, non deve essere utilizzato per autodiagnosi, ma solo a scopo informativo, e che la diagnosi DEVE essere effettuata da un medico.