Ogni anno nel mese di maggio ricorre la giornata nazionale del mal di testa e come di consueto scegliamo un tema di cui parlare.

Quest'anno abbiamo deciso di occuparci di cefalea cronica. La sola emicrania cronica colpisce il 2% circa della popolazione generale e costa ogni anno l'equivalente di una manovra finanziaria. 

Così nella terza settimana di Maggio abbiamo organizzato un convegno sulla terapia con la tossina botulinica per l'emicrania cronica, e nella stessa settimana un intervista pubblicata su la Gazzetta d'Alba e una pagina su La Stampa della provincia di Cuneo.


 

I fattori che causano la CRONICIZZAZIONE della cefalea

Per decenni si è cercato di capire quali siano i fattori che trasformino una cefalea episodica in una forma cronica. Alcuni fattori non sono modificabili, come l’essere donna, l’invecchiare, o il vivere in condizioni di vita di maggior disagio. Altre condizioni invece si possono modificare, per cui è molto importante identificarle e correggere se si vuole stare meglio. Tanto più è alto un numero di attacchi di mal di testa, tanto più si rischia di peggiorare, per cui si deve agire per cercare di diminuirne il numero e di conseguenza ridurre il consumo di medicine che si utilizzano per il dolore. Il caffè è ai giorni nostri la droga più usata. Siamo tanto abituati che ci sembra normale, ma se soffriamo di cefalea, è importante fare attenzione anche al consumo di caffè. Un fattore di moda e che ha sempre più importanza è quello del sovrappeso, e dell’obesità. Sempre più studi documentano come tali condizioni siano veramente un problema per la salute e nel nostro caso un importante elemento aggravante il mal di testa. In realtà questa è la punta dell’ iceberg delle malattie metaboliche. Orami è così frequente sentir parlare di glicemia alterata, di iperinsulinemia, di sindrome metabolica, tutto condito con l’ ipercolesterolemia, un po’ come col prezzemolo. Insomma, le malattie del metabolismo degli zuccheri. Beh, queste alterazioni interessano quasi il 70% delle persone che soffrono di emicrania, e costituiscono un importante causa di alta frequenza di cefalea e quindi di cronicizzazione. Da anni ormai si parla di dieta e di come questa possa migliorare la vita di chi ha mal di testa. Da noi l’applichiamo dal 2004 e migliaia di persone ne hanno beneficiato, con miglioramenti della qualità di vita, il tutto a costo zero. Poi purtroppo altre malattie croniche ci minacciano frequentemente, come i disturbi dell’umore in tutte le loro sfaccettature, dall’ansia più o meno grave, fino alla depressione nelle sue varie forme. Queste malattie sono più frequenti nelle persone con la cefalea, e condividono alcune alterazioni chimiche cerebrali. Ma la cosa bella è che curante le malattie associate si cura anche la cefalea, e con ottimi risultati. FOTO 3

Quali TERAPIE abbiamo a disposizione

Ci possiamo curare in tanti modi. Innanzitutto quando abbiamo male la prima necessità è far cessare il dolore. Per lo più, se gli attacchi non sono tanto forti, usiamo farmaci da banco, spesso pubblicizzati in televisione. Se le cose si fanno serie, servono farmaci più importanti, che devono essere prescritti dal medico. In linea generale vengo utilizzati due tipi di prodotti. Ci sono dei farmaci specifici per l’emicrania, funzionano solo in questo tipo di mal di testa e agiscono su meccanismi particolari che scatenano e mantengono il dolore emicranico: sono i così detti triptani. L’altra categoria, forse la più usata, resta quella degli anti infiammatori non steroidei, insomma i classici antidolorifici antiinfiammatori. Tra questi ci sono vari farmaci, di varia potenza, e che possono essere assunti tramite diverse vie di somministrazione. Una nota importante per gli emicranici è che bisogna considerare che durante gli attacchi lo stomaco funziona male e si muove di meno, per cui le compresse possono essere inefficaci. Per tale motivo il consiglio è usare prodotti solubili. Un piccolo trucco che aiuta il farmaco ad attraversare velocemente lo stomaco è bere subito dopo un po’ di coca cola, assolutamente senza zucchero.

Poi ci sono le così dette terapie di profilassi. Ossia farmaci, non anti-infiammatori, che si devono prendere tutti i giorni per ridurre gli attacchi. E’ opportuno iniziare una terapia di profilassi, ossia di prevenzione, se ci sono più di 4-5 giorni al mese di dolore severo e che venga trattato con farmaci per controllare i sintomi. Queste sono stime fatte da super esperti del settore, al fine di ridurre i possibili effetti collaterali da uso eccessivo di medicine per il dolore. Tra questi ci sono farmaci di varie categorie, usati generalmente per altre malattie, e che hanno dimostrato avere la capacità di ridurre e migliorare gli attacchi di emicrania e di cefalea tensiva. Diverse linee guida hanno affrontato l’argomento delle indicazioni e efficacia.

A volte però non si riesce a risolvere il problema della cefalea cronica. Nel 2013 in Italia è stato approvato l’uso terapeutico per l’emicrania cronica della Tossina Botulinica, il BOTOX. Si, proprio il prodotto che si usa per le correzioni estetiche !.Questa è in natura una tossina, che si usa ai fini medici fin dagli anni ’80. I primi ad usarla sono stati gli oculisti per correggere alcuni tipi di strabismo. Fin dai primi anni ’90 sono arrivati i neurologi, che hanno iniziato a usarla per le distonie, come ad es lo spasmo facciale e il torcicollo, poi per la spasticità. Poco dopo il Professor Andrew Blumenfeld, californiano, ha iniziato a utilizzarla per curare la cefalea. In vent’anni questa terapia è stata diffusa e progressivamente perfezionata, fino ad arrivare ad essere una terapia molto efficace proprio per l’emicrania cronica.

La TOSSINA BOTULINICA per l’emicrania cronica

Si tratta di una terapia che viene fatta ogni 3 mesi. Si praticano delle infiltrazione sottopelle in numerosi punti sulle spalle e sul capo. Si utilizzano le siringhe da insulina, con un ago molto sottile e corto. Il protocollo attuale prevede che vengano iniettate 5 Unità di BOTOX in ciascun punto. Il beneficio nell’emicrania ha un meccanismo centrale, ossia modifica direttamente alcune molecole nel cervello. Il farmaco riesce a ridurre il livello di CGRP, Calcitonin Gene Related Peptide, molecola che attualmente si ritiene essere la chiave dei meccanismi del dolore nell’emicrania. La diminuzione di CGRP induce il miglioramento dell’ emicrania. Il miglioramento avviene in tempi variabili, dalle prime sedute in alcune persone, in altri casi invece sono necessari diversi trattamenti perché si manifestino. E’ una terapia ben tollerata e non ci sono effetti indesiderati.

I pazienti candidabili a questo trattamento sono coloro che hanno ricevuto diagnosi di emicrania cronica, fatta dallo specialista, e che abbiano già effettuato 2 tentativi con terapia farmacologica di profilassi, falliti o non tollerati.